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Rom e Sinti


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/06


Rom e Sinti

 

Situazione sociale

Il territorio italiano è sempre più interessato dalla presenza di rom stranieri, negli ultimi anni molti sono rumeni, che uniscono alla difficoltà dell’integrazione in quanto zingari, le problematiche legali comuni agli altri immigrati. I problemi di relazione fra zingari e non zingari continuano ad esistere anche riguardo ai Rom e ai Sinti di cittadinanza italiana.

I vari atteggiamenti di emarginazione e di esclusione messe in atto dalle istituzioni e dalla popolazione, purtroppo sono comuni anche ai membri delle varie comunità cristiane. Si aprono discussioni sull’opportunità dell’elemosina, si elaborano progetti preconfezionati e globali che non tengono alcun conto delle differenze personali.

L’attenzione degli operatori pastorali dell’UNPReS (Ufficio Nazionale per la Pastorale dei Rom e Sinti) diventa spesso un “prendersi cura” che si incontra con quella di altre persone di chiesa, per esempio della Caritas o di operatori sociali appartenenti ad altri ambiti.

Collaborare con il territorio per quel che riguarda l’annuncio diventa invece, non solo mettersi in gioco personalmente in un percorso di evangelizzazione con i rom e i sinti, ma anche mettere la propria esperienza a disposizione della Chiesa locale nelle sue varie espressioni: parrocchia, gruppi di catechesi o di preghiera, ecc. Per questo motivo si ritiene importante promuovere fra gli operatori incontri di formazione per rielaborare le proprie esperienze.

Incontri ecclesiali

Gli operatori pastorali del Nord Italia che fanno capo all’UNPReS si sono incontrati alle Budrie (Bologna) per un week-end al mese, nei mesi dispari, per confrontarsi, scambiarsi informazioni e pregare insieme. Si tratta di un gruppo con una storia comune, ma anche molto eterogeneo, nel quale le differenze segnano la fatica di un cammino ma producono anche grandi ricchezze.

Gli operatori pastorali del Centro Italia invece si sono incontrati tre volte per un pomeriggio, due volte a Roma e una in Abruzzo: si è trattato di momenti di riflessione durante i quali sono anche state illustrate delle esperienze.

Nell’intento di far nascere un coordinamento anche al Sud Italia, dove da tempo gli operatori pastorali non si incontrano e si limitano a operare nell’ambito dell’assistenza senza progettualità e in modo saltuario, il Direttore nazionale ha compiuto due visite in Calabria, da S.E. Mons. Graziani, Vescovo incaricato, due visite in Sardegna e due in Sicilia.

Si ritiene inoltre importante continuare la sensibilizzazione dei monasteri di clausura, perché a questo popolo non venga mai a mancare la preghiera della Chiesa orante.

Le iniziative della Migrantes: il corso per Direttori diocesani, i convegni di Chianciano e di Bellaria, sono altrettante occasioni formative allargate a persone più esterne che attraverso queste occasioni possono aprirsi a questa pastorale.

Incontri regionali

Per affrontare problemi locali, per approntare una collaborazione efficace, in alcune regioni (Toscana, Piemonte, Lucania) è prassi incontrarsi in piccoli gruppi e la frequenza può essere anche di una volta al mese.

Incontri internazionali

- Tepla (Repubblica Ceca): Incontro del CCIT (Comité Catholique international tsigane): l’incontro annuale si è svolto a metà marzo del 2005 . Il tema è stato “ Passiamo all’altra riva” e l’argomento si è dipanato fra l’intervento di Padre Claude Dumas e cinque testimonianze. Sempre numerose le nazionalità dei partecipanti (un centinaio) e consolidato il gruppetto italiano.

- Romania: Poiché la migrazione dei rom rumeni ha interessato in modo significativo molti paesi europei, il comitato del CCIT ha promosso una visita alla regione.

- Parigi: Incontro dei Direttori nazionali d’Europa con il Segretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee.

- Zagabria: Incontro dei Direttori generali Migrantes europei con i Vescovi promotori per trattare appunto il tema degli zingari che migrano dai paesi dell’est.

In un’altra occasione è stato presentato un catechismo nelle lingue dei due gruppi zingari presenti nella regione.

Situazione sociale

Politiche legislative dall’Europa

Il 12 gennaio scorso, una delegazione del Comitato Consultivo sulla Convenzione Quadro per la Protezione delle Minoranze Nazionali del Consiglio d’Europa è giunta a Roma per valutare il rispetto della Convenzione da parte dell’Italia.

L’ultimo rapporto del Comitato, risalente a settembre 2001, esprimeva già profonda preoccupazione per la situazione dei Rom e dei Sinti. Tale rapporto esprimeva la necessità di definire una strategia ampia e coerente per contrastare la discriminazione che colpisce queste popolazioni, e per incoraggiare la loro partecipazione in questioni pubbliche che li riguardano.

Il Comitato osservava che le autorità italiane si riferiscono a Rom e Sinti usando frequentemente il termine “nomadi”. Tale termine si trova spesso in documenti ufficiali del Ministero dell’Interno e in Leggi regionali. Il suo uso sistematico è ingannevole e non facilita la definizione di politiche corrette, visto che solo una piccola parte di Rom e Sinti in Italia pratica, o praticherebbe se le fosse consentito, uno stile di vita itinerante.

In quest’ultima visita del Comitato, molti degli elementi evidenziati nel 2001 sono stati nuovamente riscontrati.

Il rapporto, che sarà redatto dal Comitato Consultivo, si aggiunge al Reclamo Collettivo consegnato dall’European Roma Rights Center (ERRC) e accolto dal Comitato Europeo per i Diritti Sociali del Consiglio d’Europa il 21 dicembre 2004. Il Reclamo Collettivo denuncia il mancato rispetto del diritto ad abitazioni adeguate per Rom e Sinti, lo stato di segregazione razziale, i frequenti sgomberi ed espulsioni forzate e l’abituale distruzione di beni personali da parte delle forze dell’ordine. Nonostante il Governo italiano abbia risposto ad una prima versione del Reclamo, considerando illegittime le accuse, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali, dopo una replica da parte dell’ERRC, lo ha considerato ammissibile.

A giugno 2005, poi, toccherà alla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa visitare l’Italia. L’ultimo rapporto dell’ECRI, del 22 giugno 2002, evidenziava la mancanza di una legge organica a livello nazionale a tutela dei Rom e dei Sinti: tale legge sarebbe indispensabile per l’urgente necessità di adottare provvedimenti atti a migliorare la situazione delle comunità Rom e Sinte in Italia. Inoltre, l’ECRI considerava necessario opporsi allo sfruttamento del razzismo e della xenofobia a fini politici, adeguare la legislazione relativa alla lotta al razzismo e alla discriminazione e garantirne un’applicazione più efficace. La Commissione, infine, richiamava l’Italia su un altro tema che coinvolge molti dei Rom stranieri presenti in Italia: la necessità di adottare con urgenza una legge organica sul diritto d’asilo.

Fatti emblematici

Il 4 novembre vennero demoliti tre campi rom, situati nel comune di Casoria, nella provincia di Napoli. In questi campi c’erano circa quattrocento persone. Alle 8 del mattino sono arrivate, scortate dalla polizia, scavatrici, ruspe, cingolati per demolire tutto.

Ma ecco la sorpresa: il campo era stato abbandonato dai rom durante la notte. La sera prima un notevole contingente di polizia aveva ammonito tutti ad andarsene. E se ne erano andati, scappando da tutte le parti. Non si era mai vista a Napoli un’azione del genere.

Qualche giorno prima anche a Bologna l’amministrazione comunale aveva smantellato un campo di rom abusivi, scacciati i lavavetri, vietata la vendita agli ambulanti, ma l’elenco delle città dove si sono operate delle espulsioni potrebbe continuare, anche perché non di rado intervengono movimenti o gruppi politici (ad esempio Verona e Rho) a chiedere di cacciare gli zingari dalla città, iniziative prese anche da chi si proclama difensore dei diritti umani.

Notizie diverse, ma ugualmente dannose per queste persone sono quelle che hanno riguardato l’ipotetico rapimento di bambini. Sono state anche interrotte trasmissioni televisive di prima serata, come avviene solo per avvenimenti di rilievo internazionale, per annunciare che una bambina scomparsa era stata ritrovata in un campo nomadi. Non era vero ma nessuno ha, per questo, rinunciato al pregiudizio infamante che gli “zingari” siano abituali e determinatissimi rapitori di bambini.

è vero invece che è stato osservato che sono i bambini rom a essere tolti, non sempre con giustificati motivi, alle loro famiglie. Osserva un operatore della Toscana che una famiglia rom “in modo particolare i figli sono stati oggetto di separazione con troppa facilità e affidati a destra e a manca, divisi più volte tra loro e dai genitori”.

Conseguenze operative

Convegno 2006

Le esclusioni e le espulsioni hanno indirizzato gli operatori a scegliere come titolo del Convegno biennale la frase di San Paolo: “Gesù patì fuori dalle mura”, programmando sia una riflessione teologica che antropologica.

Ricerca affidata alla Università di Verona

Le riflessioni sui rapimenti di bambini attribuiti agli zingari e i rapimenti di bambini zingari da parte di istituzioni non zingare è stata l’occasione per chiedere all’Università di Verona una ricerca finanziata dalla Migrantes sia per verificare se e quanto fossero infondate le prime accuse, sia per controllare se non sia vero il contrario, cioè se e quanti bambini zingari vengano tolti alle loro famiglie con superficialità o con fondati motivi.