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La presenza dei giovani italiani nel mondo - Dossier (R. Iaria)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/06


A Colonia i giovani hanno “incontrato e adorato l’Emanuele, il Dio-con-noi, nel mistero dell’Eucaristia ed hanno meglio compreso che la Chiesa è la grande famiglia mediante la quale Dio forma uno spazio di comunione e di unità tra ogni continente, cultura e razza, una, per così dire, ‘grande comitiva di pellegrini’, guidati da Cristo, stella radiosa che illumina la storia. Gesù si fa nostro compagno di viaggio nell’Eucaristia, e nell’Eucaristia porta ‘la fissione nucleare’ nel cuore più nascosto dell’essere. Solo quest’intima esplosione del bene che vince il male può dar vita alle altre trasformazioni necessarie per cambiare il mondo. Preghiamo quindi perché i giovani da Colonia rechino con sé la luce di Cristo, che è verità e amore e la diffondano dappertutto. Potremo così assistere ad una primavera di speranza in Germania, in Europa e nel mondo intero”.

Così Papa Benedetto XVI ha voluto ricordare la Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi quest’anno a Colonia, in Germania e alla quale ha partecipato: primo viaggio all’estero dall’inizio del suo pontificato. Qui ha voluto incontrare i seminaristi prima di sostare con i giovani del mondo a Marienfeld. Ha riproposto, come il suo predecessore, Giovanni Paolo II - che ha ideato questa Giornata venti anni fa - “la dimensione vocazionale delle Giornate mondiali della gioventù”, ha chiesto di prepararsi, dopo l’adorazione, alla missione.

La fiaccola della pace

Si è arrivati a Colonia ben preparati, pronti ad entrare in dialogo con ogni persona anche se diversa dalla propria cultura e religione. Un dialogo sempre più proficuo man mano che la Giornata si avvicinava. Un momento significativo di questo dialogo è stata certamente la Fiaccola della Pace, partita da Loreto - dopo l’accensione da parte del Card. Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana a Bari al termine del Congresso Eucaristico Nazionale - e che lungo 2200 chilometri è arrivata nel cuore dell’Europa grazie all’impegno dell’Associazione Comitato per il pellegrinaggio a piedi a Loreto del Centro Sportivo Italiano, del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI e della Fondazione Migrantes che ha seguito passo passo la fiaccola - guidata per un lungo tragitto da don Domenico Locatelli - sostenendola con l’accoglienza nelle varie Missioni Cattoliche Italiane presenti lungo il tragitto. Pochi, però gli italiani incontrati perché o erano in vacanza in Italia o al lavoro nei vari impianti alberghieri e turistici. Presenti, invece, i responsabili delle Missioni Cattoliche Italiane che hanno messo a disposizione la Chiesa e i locali delle Missioni dove spesso la comitiva si è fermata per la cena o per dormire ma anche per assistere a uno spettacolo sul tema “Siamo venuti per adorarlo” proposto da Creativ di Reggio Emilia guidato da Giulio Carpi. Titolo dello spettacolo è stato “Let’s go! The star” con musiche, danze, immagini, riflessioni per ripercorrere insieme la strada della stella cometa che ha guidato i Magi fino a Betlemme entrando così, sempre di più, nel clima della Giornata Mondiale della Gioventù. Animatori, ballerini, musicisti e ginnasti hanno coinvolto gli spettatori in protagonisti attivi di tutti i momenti proposti.

L’accoglienza nelle MCI in Germania

Fino ad arrivare in Germania dove ben 27 diocesi tedesche hanno accolto i giovani pellegrini che arrivavano da ogni parte del mondo. Una iniziativa che ha coinvolto tutta la chiesa locale anche attraverso le varie Missioni Cattoliche Italiane che hanno accolto molti partecipanti come avevano fatto nei giorni precedenti con l’accoglienza dei maratoneti della Fiaccola della Pace.

I telefoni delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania squillavano in continuazione: gruppi di giovani pellegrini chiedevano indicazioni su come raggiungere gli alloggi assegnati, sacerdoti alla ricerca di guide che li accompagnavano a visitare i principali luoghi delle varie città per conoscerne storia e significati.

“E stata un’esperienza interessante perché ha permesso ai giovani italiani di entrare in relazione con gli altri giovani della città”, ha detto p. Gildo Baggio, scalabriniano, missionario da 15 anni a Colonia. “Non è un fatto scontato - aggiunge - perché difficilmente le diverse comunità straniere dialogano tra loro”.

La chiesa di S. Maria Himmelfart, dove la comunità italiana di Colonia celebra ogni domenica la Messa, è stata protagonista di due eventi televisivi il 14 e il 15 agosto.  Dopo la celebrazione dello scorso 13 marzo da Winterthur, in Svizzera, infatti, le due celebrazioni sono state trasmesse in diretta - con la regia di don Antonio Ammirati - da Rai Uno: una “bella occasione - ha detto don Domenico Locatelli, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale degli Italiani all’estero della Migrantes - per entrare nelle case degli italiani di tutta Europa e dare una testimonianza di preghiera e gioia”.

La festa degli “Italyani”

E l’Italia è stata protagonista di questa Gmg. Oltre centomila giovani italiani sono arrivati in Germania. Il loro quartiere generale “Casa Italia” ha ospitato oltre 300 volontari, la segreteria del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI, l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, la redazione del sito internet www.gmg2005.it, il coordinamento della Protezione civile. Una avventura, quella italiana, che ha avuto un momento centrale ed importante con la festa degli “Italyani” allo stadio di Colonia (17.08.05) alla quale hanno partecipato anche un nutrito gruppo di giovani, figli di italiani residenti all’estero, e provenienti dall’America Latina, dall’Australia, dal Nord America, dall’intera Europa e soprattutto dalla stessa Germania dove risiedono settecentomila italiani: solo a Colonia gli abitanti di origine italiana superano i ventimila. è difficile stimare il numero esatto dei fedeli di origine italica presenti alla GMG. 

Cento giovani, in rappresentanza degli italiani all’estero, sono stati ospitati sul palco da dove hanno rivolto il loro saluto il Presidente della Germania e, in video, il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, e i Cardinali Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Karl Lehmann, Presidente di quella Tedesca e l’Arcivescovo di Colonia, Joachim Meisner.

Quest’ultimo ha detto - senza alcuna enfasi - che senza i giovani cattolici italiani “ci sarebbe stato un notevole vuoto alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia”. Il Card. Camillo Ruini, salutando i giovani, ha richiamato le parole di Giovanni Paolo II ed ha affermato che nazioni come la Germania e l’Italia hanno oggi il compito di “promuovere e difendere, di sviluppare e di mettere a frutto quella grande eredità di fede e di cultura che è stata portata in Europa dagli Apostoli e che, davanti alle sfide di oggi, per l’Italia, la Germania e l’Europa intera può e deve essere fonte di rinnovata fiducia e di energia, luce che illumina il cammino verso un futuro in cui la persona umana, amata da Dio, sia davvero amata e rispettata anche dagli uomini”. La Gmg, ha aggiunto il Presidente della CEI, è un’esperienza di “amicizia e di gioia, che tutti sperimentiamo e che tutti ci coinvolge. La sua radice è profonda e misteriosa, si fonda in quella presenza di Dio, in quel manifestarsi di Dio come amico dell’uomo”.

“In un mondo attraversato da molte difficoltà, infelicità e contrasti - ha detto ancora il porporato italiano - la Giornata Mondiale della Gioventù è un grande segno di speranza, una promessa di gioia e di pace che viene dal Signore e che noi tutti ci sentiamo impegnati a mettere in pratica”.

Alla festa dei pellegrini italiani a Colonia non ha voluto “mancare” neppure il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. In un video messaggio, accolto da un grande applauso dai presenti, Ciampi ha sottolineato che questo evento “intensifica il dialogo fra i ragazzi nati nel territorio nazionale e quelli delle nostre comunità all’estero. Il raffronto di esperienze diverse, ispirate agli stessi ideali, favorisce il consolidarsi di valori condivisi e arricchisce la nostra Nazione”. La Gmg ripropone, secondo il Presidente della Repubblica “un patto fra le generazioni di intenso contenuto etico religioso” e ribadisce la necessità di “un impegno collettivo in nome della verità umana, dell’uguaglianza, della giustizia e della solidarietà fra le persone e le Nazioni”.

Questi - ha concluso - sono i valori “fondanti” della convivenza civile; è questo il messaggio che, nella consapevolezza dei doveri e dei diritti comuni, deve “cementare un’alleanza proficua e duratura fra le istituzioni religiose e quelle statali che contribuisca, nel rispetto reciproco, al dialogo e alla concordia fra tutte le civiltà”. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, l’On. Mirko Tremaglia, protagonista alla festa Italyani della GMG di Toronto, non è mancato a Colonia ed ha manifestato ai Vescovi e alle autorità locali la sua stima per tutti i giovani italiani.

Le esperienze dei giovani italiani residenti all’estero

I giovani italiani, provenienti da tutte le Regioni d’Italia e da molti Paesi europei ed extraeuropei, dove “l’emigrazione ha condotto i genitori o i nonni di tanti di noi”, avevano scritto un messaggio al Presidente Ciampi nel quale sottolineavano il comune patrimonio di ideali, cultura e fede che li unisce.

Durante la Gmg, mentre “incontriamo i nostri coetanei di tutto il mondo, sentiamo che questa eredità è preziosa per noi e per gli altri: siamo fieri della nostra origine e di manifestarla con gioia; vorremmo contribuire a svilupparla come risorsa di civiltà per l’umanità intera”.

I giovani italiani guardano al Papa e a Ciampi ma anche agli adulti che “incontriamo” a scuola, in università, sul posto di lavoro, nel quartiere: con “voi vogliamo instaurare un dialogo onesto e accogliente, ma attendiamo anche la fiducia ed il sostegno per fare della nostra giovinezza una vera risorsa per la società”, hanno scritto: “ci serve una compagnia serena e severa, capace di infondere coraggio e speranza, che divenga impegno concreto a creare le condizioni perché sia possibile per tutti i giovani studiare, lavorare, formarsi una famiglia, generare dei figli, impegnarsi nella vita civile e politica, dare il proprio contributo alla soluzione dei grandi problemi del nostro tempo. Sappiamo di avere grandi risorse, ma anche di correre il rischio di chiuderci nei ‘ghetti’ di ambienti e tempi privi di progettualità e di senso”.

Dallo stesso palco i giovani italiani hanno potuto assistere all’esibizione di artisti come Linda, Povia, Masini, Tosca, etc... ed ascoltare molte testimonianze, come quella del fondatore della Comunità “Giovanni XXIII”, don Oreste Benzi.

Un momento quindi di incontro e di dialogo tra diversi esponenti dell’italicità nel mondo promosso dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile della CEI e dalla Fondazione Migrantes, sostenuto dalla Missione Cattolica Italiana di Colonia guidata da p. Gildo Baggio, dalle parrocchie e dai centri di accoglienza presenti nella città tedesca.

“Una sensazione del genere non l’ho mai provata - ha detto Francesca, figlia di genitori italiani residenti in Argentina -  credo che sarà difficile che possa capitarmi ancora una fortuna del genere”. La stessa esperienza vissuta da tanti altri giovani che hanno voluto partecipare a questo incontro: “un’esperienza unica ed indimenticabile”, hanno detto.

La Chiesa italiana attraverso i suoi giovani ha poi consegnato alla Chiesa tedesca copia dell’immagine della Croce di San Damiano e della statua della Madonna di Loreto rispettivamente al Card. Lehmann, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, e Card. Meisner, Arcivescovo di Colonia.

La presenza degli italiani, residenti all’estero, è stata quindi molto importante per la Gmg. L’attività delle Missioni, nei mesi che l’hanno preceduta, è stata decisiva per far capire l’importanza di esserci, di conoscere altri coetanei ma soprattutto conoscere altri italiani, anche loro residenti all’estero. Segno di una nuova attenzione della chiesa italiana nei confronti dei giovani italiani nel mondo. Sono stati presi in considerazione, hanno creato spazio per una loro partecipazione, si è imboccata una strada positiva che può solo crescere.

La GMG é, senza dubbio - ha detto Adriano da Levedove, figlio di emigrati italiani in Brasile - un’espressione forte dei giovani che rifiutano le proposte del mondo ingiusto nel quale vivono e che vogliono rinunciare a idoli che ci lasciano ogni giorno sempre più vuoti; idoli che ci tolgono le liete speranze e ci distolgono da un donarsi con amore ai nostri fratelli sempre più bisognosi”. Colonia è la dimostrazione che “esiste una realtà parallela a quella del mondo materialista in cui viviamo; quella che vogliamo conoscere e vivere insieme”. Durante questi giorni - aggiunge Adriano - l’espressione più forte non è stata certo tanto quella di grida o di applausi ma la presenza di giovani che fremono per assumere la vita del Vangelo e per trasmettere a tutti gli uomini che la base per una società più giusta e fraterna la si incontra negli insegnamenti di Cristo”.

“Avere questa opportunità - spiega Luis Fernando Pazìan, seminarista di origine italiana ma residente anche lui in Brasile - è una grazia molto grande. Ringrazio la comunità della Migrantes, chi mi ha offerto questa grande opportunità”.

Luis si è preparato all’incontro leggendo e “studiando” - dice lui - i documenti del papa sul tema della Gmg: “rimango stupito come la divina Provvidenza di Cristo fa incontrare giovani di diverse razze e culture di tutto il mondo con lo stesso obiettivo: Adorarlo”.

Laura Dal Bello, nata a Montevideo (Uruguay) da genitori italiani, rivolge un pensiero a Giovanni Paolo II che con queste Giornate ha unito i giovani alla figura del pontefice ed ha “lottato molto per la pace e l’unità fra gli uomini nel mondo” augurandosi che anche Benedetto XVI possa fare lo stesso e anche di più e che “possa trasmettere ai giovani il messaggio che la pace, l’umiltà e sopratutto l’amore possono creare un mondo migliore” come ha già fatto a Colonia.

L’augurio di Laura - una dei cinque giovani “italiani” d’Uruguay presenti alla Gmg - è quello che, con la speranza nel cuore, “ognuno di noi giovani sia un messaggero di pace nel suo paese, nel suo habitat, fra gli amici e in famiglia” dopo quello che ha ricevuto a Colonia.

Giovani figli di italiani sono arrivati anche dall’Argentina. Trentasei ragazzi che sono giunti a Roma alla vigilia di ferragosto per poi proseguire in pullman, con altri coetanei di altri paesi, per la Germania. Il gruppo era accompagnato da p. Italo Serena, missionario scalabriniano per gli emigrati italiani in Argentina e da p. Walter Paris, delegato diocesano per i giovani di Bahía Blanca, ove è Vescovo mons. Guglielmo Garlatti, anche lui italiano. Tutti giovani vincolati a parrocchie e diocesi di loro appartenenza: due per ogni diocesi (13), due sono della Federazione Molisana, URAMA, due sono della Federazione FEDIBS (Federazione Italiani a Buenos Aires), 4 della FACIA (Federazione Associazioni Cattoliche Italiane in Argentina) e quattro di Feditalia (Argentina) mentre altri due provenivano da Bahía Blanca.

“La buona formazione cristiana - ha detto p. Serena - ha portato tutti questi giovani ad una buona disposizione per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia”.

Questi giovani italiani - anche se residenti all’estero - hanno partecipato, nelle varie comunità che li ospitavano, a momenti di preghiera  riflessione, oltre anche ad attività di impegno sociale e di animazione.

Giovani incontrano giovani

Non sono mancati, poi, giovani italo-tedeschi di Colonia e di altre città della Germania che hanno scelto di vivere la XX Gmg da volontari: sono stati alla Fiera di Colonia per registrarsi insieme ad altri amici tedeschi ed hanno fatto amicizia con alcuni ragazzi italiani pure loro a servizio dei pellegrini.

Parlano italiano, sono figli di immigrati in Germania e alcuni, come Paola e Maurizio, frequentano la scuola “Italo Svevo” di Colonia, proprio la sede di Casa Italia, il centro operativo della CEI per i pellegrini italiani. Un omaggio speciale va al Console Generale Bernardino Mancini e al Preside Umberto Guescini, scomparso repentinamente lo scorso novembre, che si sono dedicati con generosità perché l’ospitalità fosse la migliore possibile. Erano curiosi di sapere come era stata trasformata in quei giorni la loro scuola e di conoscere altri italiani, per sapere qualcosa in più del paese che i loro genitori hanno lasciato più di venti anni fa.

Questi giovani hanno potuto sperimentare l’accoglienza di gruppi giovanili provenienti da diocesi italiane che hanno accettato il gemellaggio con diocesi europee. Questo è avvenuto in Belgio, in Svizzera, in Francia e soprattutto in Germania. Molti giovani italiani nel mondo hanno parlato con giovani italiani ospitati dalla propria famiglia, si sono fatti volontari nelle parrocchie locali che ospitavano i gruppi, hanno seguito l’invito del missionario italiano che animava e sosteneva l’accoglienza offerta dalle parrocchie. Molti si sono fatti spontanei e pur validi traduttori per facilitare comunicazione e incontri con i giovani tedeschi e delle nazioni dove erano ospiti. L’esperienza che vivono i giovani italiani d’Europa si è facilmente trasmessa ai loro amici provenienti dalla diocesi italiane in uno scambio gradevole e positivo.

La veglia del sabato sera nella grande spianata di Marienfeld ha suscitato molte altre solidarietà che si creavano prima e durante il percorso spesso accidentato del raggiungere il luogo della veglia e anche dopo nel lasciare tale spazio, carichi anche dalla parole di Papa Benedetto XVI che ha indicato loro Cristo come esempio da seguire nella vita di tutti i giorni, vero garante della libertà. Da Dio, infatti, arriva la vera rivoluzione che cambia il mondo, mentre le ideologie rivoluzionarie che volevano fare a meno di Dio hanno fallito e schiavizzato l’uomo, ha detto.

Parole forti per i giovani, non facili da dimenticare. Parole sul potere che è la mèta di tanti. E il Papa spiega che il potere di Dio  è diverso dal “potere dei potenti del mondo”. Il modo di agire di Dio “è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni” ma “contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo il potere inerme dell’amore, che sulla Croce, e poi sempre di nuovo nel corso della storia, soccombe, e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina che poi si oppone all’ingiustizia e instaura il Regno di Dio.

Dio è diverso, è questo che ora riconoscono. E ciò significa che ora essi stessi devono diventare diversi, devono imparare lo stile di Dio”. E poi il concetto di libertà che “non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni”.

L’invito ai giovani è stato quello di mettere al centro della loro vita l’Eucaristia: “è bello che oggi, in molte culture, la domenica sia un giorno libero o, insieme con il sabato, costituisca addirittura il cosiddetto fine settimana libero” - ha detto il Papa - ma che resta vuoto, però, “se in esso non c’è Dio”.

Il Pontefice ha poi ricordato i movimenti nati soprattutto negli ultimi decenni “in cui la forza del Vangelo si fa sentire con vivacità. Cercate la comunione nella fede come compagni di cammino che insieme continuano a seguire la strada del grande pellegrinaggio che i Magi dell’Oriente ci hanno indicato per primi. La spontaneità delle nuove comunità è importante - ha spiegato - ma è pure importante conservare la comunione col Papa e con i Vescovi. Sono essi a garantire che non si sta cercando dei sentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grande famiglia di Dio che il Signore ha fondato con i dodici Apostoli”. La capacità di essere “una cosa sola deve mostrarsi nella capacità di perdono, manifestarsi nella disponibilità a condividere, nell’impegno per il prossimo, per quello vicino come per quello lontano. Esistono oggi forme di volontariato, modelli di servizio vicendevole, di cui proprio la nostra società ha urgente bisogno”. Benedetto XVI ha invitato quindi all’impegno sociale a fianco dei più poveri dimostrando agli uomini perché i giovani si impegnino per un mondo migliore.

Un percorso, quindi, anticonformista, quello che aspetta i giovani. Lo avevano capito con Giovanni Paolo II e lo hanno capito ancora oggi: quel legame con il vecchio Papa non si è mai interrotto e  continuerà.

Il futuro delle GMG

Il prossimo appuntamento è in Australia, fra tre anni, a Sidney. Sarà anche questo un appuntamento pieno di sorprese, come quelli svolti finora perché rappresentano un motore incredibile per occuparsi dei giovani, per affrontare seriamente la pastorale giovanile, per mettere in moto continuamente e senza scoraggiarsi nuovi percorsi formativi e di proposte per i gruppi giovanili e per le chiese locali a volte tentate, di fermarsi alla porzione di comunità fedele, tradizionale ed anziana. Perché se mancano i giovani la comunità soffre, non è completa.

Quale può essere allora il ruolo delle Missioni Cattoliche Italiane nel mondo nelle future GMG, a fianco dei giovani, figli di italiani, continuando a Sydney nel 2008 quanto si è vissuto a Toronto, a Denver, a Buenos Aires e soprattutto a Colonia?

Si possono individuare tre obiettivi: credere alla pastorale giovanile anche se pochi sono i giovani che frequentano le nostre MCI ed investire energie per individuare e impegnare animatori della comunità italiana che sappiano formarsi e mettersi a servizio dei giovani; collaborare con le parrocchie locali e con le altre comunità etniche oggi molto più giovani di quelle italiane perché si investano risorse umane e di ogni altro tipo perché i giovani siano parte dinamiche ed attiva nelle comunità cristiane; far crescere la sinergia con la Chiesa italiana e le strutture incaricate di lavorare nel mondo giovanile.

Si è aperta una breccia: la Chiesa italiana vuole bene ai giovani italiani nel mondo, comincia a sentirli giovani che appartengono anche alla chiesa che vive in Italia, si sta interessando di loro, li ha accolti. E allora aumentiamo le occasioni di collaborazione, di incontro di iniziativa a cui partecipare. Impariamo un linguaggio che faccia riferimento esplicito ai giovani italiani nel mondo, mettiamo a disposizione delle Mci e delle chiese locali opportunità da condividere. Creiamo sussidiarietà dove la ricchezza pastorale, di sussidi, di risorse umane per la pastorale giovanile esistenti in Italia possano essere esportate o siano messe a disposizione per chi chiede aiuto ed ha bisogno di sostegno.

La GMG attraverso il sito della Migrantes

La Fondazione Migrantes ha seguito il percorso della Giornata Mondiale della Gioventù anche attraverso un sito internet dedicato con notizie ed aggiornamenti costanti e in tempo reale dal 29 luglio al 22 agosto.

è stata una bella esperienza, significativa anche perché sono stati riportati, in tempo reale, ansie ed aspettative di giovani di ogni parte del mondo, dei loro accompagnatori, dei responsabili delle MCI di Germania che li hanno accolti, etc...

Un servizio pastorale, utile per aiutare a seguire questo grande evento che ha coinvolto circa un milione di giovani.

Una occasione da ripetere nelle prossime iniziative.