» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
Messaggio del Presidente della CEMI (Lino B. Belotti)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/05


MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA CEMI

 

di Lino Bortolo Belotti

 

Il tema della Giornata Mondiale delle Migrazioni 2006 lo possiamo sintetizzare così: “Migrazioni: segno dei tempi, cielo e terra nuova il Signore darà”. Il richiamo alla seconda lettera di Pietro (3, 13) “secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra…”, il riferimento al libro dell’Apocalisse (21, 1) “Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi…”, il rimando al ritornello di un canto popolare “cielo e terra nuova il Signor darà”, è molto evidente e chiaro, come pure è manifesto il nesso con le migrazioni che, se ben vissute, preparano “cielo e terra nuova”.

Non si tratta quindi solo di una visione escatologica della storia, piano di Dio, cioè degli avvenimenti finali, ma anche del comportamento del credente e non credente durante tutta la sua vita nell’affrontare i segni dei tempi che ormai anche per noi sono contrassegnati da “mondi” che non sempre abbiamo avuto, ma che nel secolo scorso ci hanno obbligato e sicuramente nei secoli futuri ci obbligheranno a una forte e duplice attenzione: al nostro operare e all’operare del Signore.

Il mondo degli immigrati e dei profughi assilla, anche in Italia, Chiesa e società civile... L’Altra Italia vivente e operante nei diversi Stati del cosmo (emigrati italiani) sollecita attenzione...

I Rom e i Sinti (che correntemente chiamiamo zingari) non sono fratelli di serie B... I fieranti e i circensi vogliono la nostra gioia, ma noi rendiamo difficile la loro vita… i marittimi e gli aeroportuali non sono i moderni schiavi: chiedono solo rispetto, comprensione e giustizia.

L’accento del motto della nostra Giornata Mondiale delle Migrazioni è posto sull’attesa, cioè sull’impegno non di un solo giorno ma di una diuturna vigilanza perché quei mondi... che hanno come denominatore comune il “migrare”, accolti dal popolo di Dio con un rapporto di amicizia e familiarità, si aprano a un nuovo modo di vivere quaggiù, “terra nuova”, immagine di come saranno i “cieli nuovi”.

Mi piace affermare - come sovente si sente dire - che le migrazioni sono una profezia: una parola di Dio rivolta agli uomini mediante altri uomini.

I migranti che si muovono per il mondo portandosi appresso i loro problemi e le loro diversità, che cercano di integrarsi nella società che li accoglie, ci dicono, da parte di Dio che c’è una sola grande famiglia umana i cui membri devono riconoscersi e accogliersi a vicenda.

La fede ci dice che questo non potrà avvenire con le sole forze umane. E indispensabile che gli uomini accolgano lo Spirito del Signore e da Lui si lascino guidare come fedeli che hanno ricevuto la luce dello Spirito. Sentiamoci tutti primi destinatari di questa profezia e con la sua forza sforziamoci di operare in ogni campo, ma direi in modo speciale nella pastorale ordinaria per l’unità della grande famiglia umana; così i “cieli nuovi” li possiamo già gustare in anticipo nella “terra nuova”.

La Giornata Mondiale delle Migrazioni, anche se quest’anno verrà preparata in novembre ma celebrata in gennaio 2006, non passi nella nostra chiesa italiana senza lasciare un forte messaggio. Varrebbe la pena celebrarla anche solo per verificare se e come le nostre comunità di credenti sono segno di speranza e di fraternità, luogo di partecipazione per tutti i fratelli migranti.