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Catechesi Mons. Vecerrica 17/8/05


Servizio Nazionale per la pastorale giovanile - RICERCARE LA VERITA' SENSO PROFONDO DELL'ESISTENZA UMANA


RICERCARE LA VERITA´, SENSO PROFONDO

DELL´ESISTENZA UMANA

“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella” (Mt 2,2).

Mons. Giancarlo Vecerrica - Vescovo di Fabriano-Matelica

 

La vita è domanda, ricerca di senso. Siamo destinati alla delusione o alla felicità?
Giovanni Paolo II fin qui e Benedetto XVI da qui in poi ci propongono questo cammino di senso: “Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Ed ancora una volta il Papa Giovanni Paolo II voleva dire: no! Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera” (BenedettoXVI all’inizio del suo pontificato).

1 – Il desiderio di totalità e felicità è insopprimibile.
- Strutturalmente  l’uomo attende. La vita è promessa.
Ognuno di noi potrebbe documentarlo e lo documenta per il fatto di essere qui.
Magistralmente, quanti grandi l’ hanno espresso: da Dante a Leopardi, e ai nostri tempi Montale, Pavese, Borges. Ricoeur: “Quello che io sono è incommensurabile con quello che io so”. E i santi? Sempre alla ricerca.
- Il desiderio di felicità è inscritto nel cuore. Così ci documenta la nostra esperienza.
E si esprime nella curiosità del conoscere. Il desiderio è mancanza d’Essere. I salmi erano preghiere piene di questa espressione: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (Ps 42, 2-3).
- L’insoddisfazione è il frutto di accontentarsi di risposte limitate, parziali che non sono l’oggetto vero del desiderio vero, che è il Mistero, l’Infinito, l’Eterno. Per fortuna, questo Mistero ci è sempre vicino per riaccendere il desiderio vero, attraverso la stella  che è la chiesa che ci guida.

2 – Chi mi può rispondere?
- Dio si fa incontro e Gesù diventa la forma della risposta. Cristo, in chi lo incontra, risveglia il desiderio vero.
Rileggiamo il Vangelo nel primo incontro di Andrea e Giovanni (Gv 1, 37 ss.).
Nella mia lettera pastorale “Chiesa, torna ad educare!” parto da questo stupore accaduto alle quattro del pomeriggio di quell’incontro sconvolgente: “chi cercate? Venite e vedete”.
Così è stato per molti: il retore Vittorino: “Da quando ho incontrato Cristo mi sento uomo”; san Gregorio Nazianzeno: “Cosa sarei, Cristo mio, senza di Te?”; sant’Agostino: “Il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te”.
La preghiera cristiana è sempre domanda di Essere: “Io sono tu che mi fai”.
- La contentezza della vita è avere Gesù: “sono contento che ci sei, o Cristo…”
E’ l’impossibile corrispondenza che mi accade.
3 – In questa ricerca e risposta, c’è un rilievo importante: fede e ragione camminano insieme. Non sono nemiche, ma alleate: “la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità” (Fides et ratio, n.1 di Giovanni Paolo II).
La ragione si apre a tutta la realtà e verità e scopre la bellezza e la corrispondenza della fede. Ecco come Benedetto XVI invita i preti a svolgere la pastorale giovanile:  “E’ importane che i giovani possano scoprire la bellezza della fede, che è bello avere un Dio amico che ci sa dire realmente le cose essenziali della vita”                            (Aosta 26 luglio 2005).

4 – Quale è il metodo del vivere? Seguire la stella che ti porta a Gesù. Come?
a - Vivere lo stupore di ogni incontro con Gesù (cfr. mio messaggio per Colonia,        allegato). Il problema è come vivo io lo stupore di questo mio nuovo incontro con Gesù;
b - farsi aiutare ad andare fino in fondo al cammino della vita, come l’esperienza del cammino al vero. La vita non è furbizia, ma ricerca. Da soli ci si perde. Insieme ci si sostiene: correggere è “sostenersi” insieme.

 

 

S.E. Mons. Giancarlo Vecerrica - Vescovo di Fabriano-Matelica