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Catechesi Mons. Plotti 18/8/05


Servizio Nazionale per la pastorale giovanile - INCONTRARE CRISTO NELL'EUCARISTIA


INCONTRARE CRISTO NELL´EUCARISTIA

“Videro il bambino con Maria sua madre e prostratisi lo adorarono” (Mt. 2,11)

Mons. Alessandro Plotti - Arcivescovo di Pisa

 

“I Re Magi si prostrano e adorano il bambino. Essi depongono ai piedi del Messia le ricchezze del favoloso Oriente da cui vengono, e la sapienza di cui sono illustri esponenti”. Così esordisce Alessandro Plotti, vescovo di Pisa, nella catechesi del 18 agosto presso la chiesa di St. Andreas a Leverkusen. “Il simbolismo che vede nell’oro la regalità del Messia, nell’incenso la sua funzione sacerdotale e divina e nella mirra la sua umanità, sono i segni che ritroviamo nel Mistero dell’Eucarestia. La regalità di Cristo che nel mistero della Cena celebra il memoriale della sua oblazione nel servizio salvifico per la redenzione del mondo. Il sacerdozio di Cristo, che nutrendo il popolo di Dio con il Pane eucaristico attua la mediazione tra il Padre e il Figlio nella potenza dello Spirito e rinnova la centralità della resurrezione. L’umanità di Cristo, che si fa Pane e che continua con il suo Corpo e il suo Sangue a incarnarsi nella vicenda storica dell’umanità e a donarsi per liberare il mondo dal peccato e dalla morte”. Plotti indica quali atteggiamenti assumere di fronte al mistero dell’Eucarestia: “dobbiamo prostrarci e adorare. Piegare le ginocchia, soprattutto quelle dell’intelligenza e del cuore, nel riconoscere che senza questo Pane la nostra vita non può avere senso e sapore. Prostrarsi significa riconoscere umilmente la nostra precarietà e la nostra colpevolezza, confessare i nostri limiti e le nostre inadempienze e ammirare stupiti il grande dono che il Signore ci fa di sedere alla sua stessa mensa e mangiare il suo Corpo. Prostrarsi significa accettare la proposta di Dio di essere suoi amici e di condividere lo stesso amore e la stessa comunione che c’è tra il Padre e il Figlio. Prostrarsi significa anche rinunciare, al proprio individualismo. L’Eucarestia è il culmine e la fonte di tutta la vita cristiana: è pedagogia per uno stile di vita autenticamente povero ed evangelico”. Ma non può mancare l’adorazione. “Adorare - conclude Plotti - significa nutrirsi della Parola di Dio fatta Pane e restare in silenzio ad ascoltare il Maestro. Adorare è riconoscere la presenza costante e inesauribile di Cristo nella nostra vita; è accettare Gesù come compagno irrinunciabile di viaggio verso la Pasqua piena della nostra rigenerazione e della definitiva salvezza. Dobbiamo recuperare il senso vero dell’adorazione eucaristica, anche fuori della celebrazione, perché l’eucarestia sia non un episodio o un momento di ritualità, ma un mistero che segna ogni nostro gesto e ogni nostra scelta”.

 

 


 

S.E. Mons. Alessandro Plotti - Arcivescovo di Pisa