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Catechesi Mons. Lanfranconi 19/8/05


Servizio Nazionale per la pastorale giovanile - VIVERE NEL MONDO COME VERI ADORATORI DI DIO


VIVERE NEL MONDO COME VERI ADORATORI DI DIO

“Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2, 12)

Mons. Dante Lanfranconi - Vescovo di Cremona

 

I Magi che hanno trovato Gesù con Maria sua madre, lo adorarono ed espressero la loro adorazione offrendo i doni che avevano portato: oro, incenso, mirra.
L’adorazione non è per loro - e non è neanche per noi - solo un gesto cultuale, che occupa alcuni sporadici momenti della nostra vita; l’adorazione è il segno dell’amore che pervade tutta la vita e che si esprime nel dono di se stessa. Naturalmente col dono manifestiamo di riconoscere Colui al quale il dono è destinato. Nel nostro caso, Dio.
Si tratta dunque di adorare Dio con tutta la nostra vita; o, come dice il tema di questa catechesi, di vivere nel mondo come veri adoratori di Dio.

1.   Adorare Dio con tutta la vita.
Che cosa significa? Riconoscere che Dio è l’unico.
E’ questa la prima parola del patto di alleanza che Dio ha stretto con gli uomini: “Io sono il signore tuo Dio: non avrai altri dei davanti a me” (Es 20, 2-3).
Per comprendere il significato di questa parola, possiamo rifarci a Mt 4, 1-11: le tentazioni di Gesù.
Satana propone a Gesù di subordinare Dio, il Padre suo, ad altri valori: la ricchezza, il successo, il potere. Anzi addirittura di sostituire Dio con questi “beni”. Al posto di Dio, si mettono gli idoli.

Tre brevi considerazioni:
*   chi non riconosce Dio, cerca inevitabilmente dei surrogati. Giustamente Bonhoffer diceva che non esistono atei, ma solo idolatri;
*    la tentazione di sostituire Dio con i nostri idoli è una sfida di tutti i tempi. Anche di oggi.   
      Anche per noi;
*    La conversione vera è riconoscere Dio come l’Unico, come il Padre.
      La conversione, dunque, è un fatto religioso, prima che morale.
La conversione è cambiare rotta della nostra vita, come i Magi che tornarono al loro   paese per un’altra strada, per non diventare complici delle trame di Erode.


2.  L’Eucaristia ci insegna a diventare veri adoratori (cfr. Mt 20, 20-28).
Per essere veri adoratori di Dio, Gesù ci insegna (e questo è il cuore del mistero eucaristico):
*   l’obbedienza al Padre vissuta con amore filiale: “Potete bere il calice che io sto per  bere?” (Mt 20, 22);
*     il servizio all’uomo fino a sacrificare anche la propria vita: “Il Figlio dell’uomo è venuto a servire e dare la propria vita in riscatto di molti” (Mt 20, 28).



S.E. Mons. Dante Lanfranconi - Vescovo di Cremona