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Catechesi Mons. Fisichella 19/8/05


Servizio Nazionale per la pastorale giovanile - VIVERE NEL MONDO COME VERI ADORATORI DI DIO


VIVERE NELMONDO COME VERI ADORATORI DI DIO

Mons. Rino Fisichella – Vescovo Ausiliare di Roma

 

Parlare della contemplazione, che “si esprime nel momento in cui la si pratica”. Ma il vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma e rettore della Pontificia Università Lateranense, ha corso tale rischio nella catechesi tenuta a Lohmar di fronte ai giovani convenuti per i “giorni di Koeln”. “Li ricorderemo per diversi aspetti. L’esperienza che si compie qui – ha proseguito Fisichella – non è comune; possiede tratti di eccezionalità che è facile verificare”. In primo luogo, ha detto il vescovo sta “l’incontro con migliaia di altri giovani che come noi esprimono la stessa fede, gli stessi ideali e dubbi come pure lo stesso desiderio di vivere e dare senso alla vita”. Si dispone, ha continuato, “di un tempo più esteso per l’ascolto di una parola chiarificatrice che possa sostenere la nostra ricerca, unito a uno spazio per la preghiera che è difficile trovare nel corso dell’anno”. Il vescovo e teologo si è poi concentrato sull’idea di contemplazione: “Troppe volte assistiamo a presentazioni di metodi che vorrebbero avvicinarsi alla contemplazione cristiana, mentre, al contrario, la negano, perché pongono tutto sullo sforzo personale dell’individuo e sulle tecniche per entrare in una fase di meditazione, dimenticando poi il vero oggetto per cui si fa tanta fatica”. Si tratta, in realtà di “un cammino che dura tutta la vita”. Un cammino di amore e di libertà. Un dono. “La contemplazione – ha sottolineato Fisichella – non è una scoperta dell’uomo, ma un’azione della grazia che plasma per essere in grado di  comprendere come e dove trovare Dio. A questa scuola dobbiamo restare assidui senza il timore che la contemplazione possa abbagliare a tal punto da non farci vedere bene l’oggetto della nostra ricerca e della nostra adorazione”. Infine, la dimensione del silenzi, nel quale “si scopre la propria condizione personale e l’esigenza di un bisogno insaziabile di Dio”. E quella “ricettiva, non passiva della contemplazione che implica il lasciarsi amare e plasmare da Dio”. La contemplazione – ha concluso Fisichella – “non è affatto una condizione inerme e statica, è dinamica, è una corsa che permette di avvicinarsi a lui per scoprire finalmente chi siamo”.

S.E. Mons. Rino Fisichella - Vescovo Ausiliare di Roma