“I magi, vedendo il bambino deposto nella mangiatoia, si prostrarono per adorarlo. Noi, nell’Eucaristia, siamo di fronte a Cristo nel suo atteggiamento di obbedienza e di oblazione al padre per essere dono di vita e di salvezza per noi”. Il vescovo di Savona–Noli, Domenico Calcagno ha proposto allora, durante la sua catechesi odierna nella chiesa di Giovanni Battista a Bergisch Gladbach, di “metterci in adorazione del Santissimo Sacramento per rendere continua l’esperienza della sua presenza vivificante durante la giornata, in contemplazione e adorazione del mistero di grazia e di vita del quale siamo stati resi partecipi”. Infatti, aveva esordito il pastore, “noi siamo qui, oggi, perché da sempre Dio ci ha amati in un progetto di amore più grande del nostro cuore e ha impresso nella storia il progetto che ripropone in termini credibili e visibili la sua grande passione per l’umanità”. Un mistero che non si è imposto, come Gesù, con clamore. “Anche nell’Eucaristia – ha affermato Calcagno – troviamo una presenza discreta, silenziosa, ma reale e preziosa per la nostra vita”. Nell’unico sacramento pasquale si trovano condensate due dimensioni: la liberazione e l’alleanza. “. Non è un caso, sottolinea Calcagno: infatti, la liberazione “non più da una schiavitù materiale, ma dal male, è in vista della costituzione dell’alleanza nuova, di un nuovo rapporto con Dio: siamo liberati per essere suoi, perché siamo sua particolare proprietà, suo popolo libero e amato. Addirittura ci chiama e siamo suoi figli”.