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"Erga Migrantes Caritas Christi" (La carità di Cristo verso i migranti)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/05


ERGA MIGRANTES CARITAS CHRISTI(La carità di Cristo verso i migranti)
INTRODUZIONEIl fenomeno migratorio oggi
La sfida della mobilità umana1. La carità di Cristo verso i migranti ci stimola (cfr. 2 Cor 5,14) ad affrontare di nuovo i loro problemi che riguardano ormai il mondo intero. Infatti pressoché tutti i Paesi, per un verso o per l’altro, si confrontano oggi con l’irrompere del fenomeno delle migrazioni nella vita sociale, economica, politica e religiosa, un fenomeno che sempre più va assumendo una configurazione permanente e strutturale. Determinato, molte volte, dalla libera decisione delle persone e motivato, abbastanza spesso, anche da scopi culturali, tecnici e scientifici, oltre che economici, esso è per lo più segno eloquente degli squilibri sociali, economici e demografici a livello sia regionale che mondiale che impulsano ad emigrare.Tale fenomeno affonda le proprie radici pure nel nazionalismo esasperato, e in molti Paesi addirittura nell´odio o emarginazione sistematica o violenta delle popolazioni minoritarie o dei credenti di religioni non maggioritarie, nei conflitti civili, politici, etnici e perfino religiosi che insanguinano tutti i continenti. Essi alimentano flussi crescenti di rifugiati e di profughi, spesso in mescolanza con quelli migratori, coinvolgendo società nel cui interno etnie, popoli, lingue e culture diverse si incontrano, pure col rischio di contrapposizione e di scontro.2. Le migrazioni però favoriscono anche la conoscenza reciproca e sono occasione di dialogo e comunione, se non di integrazione a vari livelli, come afferma emblematicamente Papa Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2001: “Sono molte le civiltà che si sono sviluppate e arricchite proprio per gli apporti dati dall’immigrazione. In altri casi, le diversità culturali di autoctoni e immigrati non si sono integrate, ma hanno mostrato la capacità di convivere, attraverso una prassi di rispetto reciproco delle persone e di accettazione o tolleranza dei differenti costumi”[1].3. Le migrazioni contemporanee ci pongono di fronte a una sfida certo non facile per il loro legame con la sfera economica, sociale, politica, sanitaria, culturale e di sicurezza. Si tratta di una sfida che tutti i cristiani devono raccogliere oltre la loro buona volontà, o il carisma personale di alcuni. Non possiamo qui dimenticare, comunque, la risposta generosa di molti uomini e donne, di Associazioni ed Organizzazioni, che, davanti alla sofferenza di tante persone, causata dall’emigrazione, lottano per i diritti dei migranti, forzati o no, e per la loro difesa. Tale impegno è frutto specialmente di quella compassione di Gesù, Buon Samaritano, che lo Spirito suscita ovunque nel cuore degli uomini di buona volontà, oltre che nella Chiesa stessa, che “rivive una volta di più il mistero del suo Divino Fondatore, mistero di vita e di morte”[2]. Il compito di annunciare la Parola di Dio affidata dal Signore alla Chiesa si è intrecciata, del resto, fin dall’inizio con la storia dell’emigrazione dei cristiani.Abbiamo pensato dunque a questa Istruzione, che intende rispondere soprattutto ai nuovi bisogni spirituali e pastorali dei migranti e trasformare sempre più l’esperienza migratoria in veicolo di dialogo e di annuncio del messaggio cristiano. Questo Documento, inoltre, vuol rispondere ad alcune esigenze importanti e attuali. Ci riferiamo alla necessità di tenere in debito conto la nuova normativa dei due Codici Canonici vigenti, quello latino e quello orientale, rispondendo anche alle esigenze particolari dei fedeli emigrati delle Chiese Orientali Cattoliche, sempre più numerosi. Vi è altresì la necessità di una visione ecumenica del fenomeno, per la presenza, nei flussi migratori, di cristiani non in piena comunione con la Chiesa cattolica, e di quella inter-religiosa, per il numero sempre più consistente di migranti di altre religioni, in particolare musulmani. Infine bisognerà promuovere una pastorale aperta a nuovi sviluppi nelle stesse nostre strutture pastorali, che garantisca però, al tempo stesso, la comunione tra Operatori pastorali specifici e Gerarchia locale.
In allegato il documento completo


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