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Editoriale (Silvano Ridolfi)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/05


EDITORIALE
di Silvano Ridolfi
La Chiesa di Cristo, pellegrina sulla terra, è protesa verso la venuta del suo Signore ed annunzia “cieli nuovi e terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia” (2Pt 3,13). Ed è anche per questo che fin dai primissimi tempi Ella ha onorato l’ospitalità “particolarmente verso i fratelli nella fede” (Gal 6,10) e l’accoglienza, vedendo nel pellegrino ed ospite l’icona del Signore che è con Lei e che verrà nella gloria (cfr. LG 8). “Accogliere i viandanti, alloggiare il pellegrino” è stata una delle opere di misericordia sempre raccomandata.Con l’evolversi degli eventi e secondo le necessità del momento, la Chiesa ha aggiornato ed adeguato questa sua preoccupazione materna attraverso figure profetiche e taumaturgiche che hanno accompagnato l’uomo nella sua nuova e cogente mobilità di emigrato, di profugo, di esule.Ma soltanto recentemente la Chiesa ha raccolto questo patrimonio di pensiero e di azione in interventi magistrali ed autorevoli che hanno tracciato un ben definito solco di efficace azione ecclesiale in merito.La Lettera Apostolica Exsul Familia di Pio XII (1 agosto 1952) può ben dirsi la Magna Charta della Chiesa cattolica sulle migrazioni. Con il puntuale lungo e riassuntivo excursus storico degli interventi della Chiesa nei secoli e con la successiva regolamentazione giuridica, essa è “il documento pontificio fondamentale di questi ultimi tempi” (Paolo VI, 1969). Un documento fortemente motivato dallo sconvolgimento e spostamento forzato di intere popolazioni (profuganza) in seguito alle due guerre mondiali (1914-18 e 1939-45), e particolarmente la seconda. Il testo venne pubblicato nel Bollettino della Giunta Cattolica Italiana per l’Emigrazione (1952, pag. 123) e in Enchiridion della Chiesa per le Migrazioni (pag. 151).Diciassette anni dopo Paolo VI accoglieva e sviluppava questa “dottrina sulle migrazioni” aggiornandola con l’illuminante insegnamento del Concilio Vaticano II (1962-65) tenendo anche conto delle mutate situazioni politiche (nuovi contrasti e nuove aggregazioni), socio-economiche (migrazioni economiche, emergenza del Terzo Mondo, impegno del laicato ecc.) e religiose (soprattutto coscienza ed esperienza delle “Chiese locali”). Con la sua Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” Pastoralis migratorum cura (15 agosto 1969) operava un cambiamento copernicano impostando la pastorale di emigrazione sulla primaria responsabilità delle Chiese locali contro la precedente regolamentazione centralistica e recepiva le nuove forme della migrazione. La relativa e contestuale normativa Della cura pastorale dei migranti (“Nemo est”) venne affidata alla S. Congregazione per i Vescovi. Ambo i documenti sono stati da noi pubblicati (SM n. 9/1969).Il Papa ha successivamente istituito un Pontificio Organismo cui demandare competenza ed interventi della S. Sede in merito alle migrazioni: la “Pontificia Commissione per la Pastorale delle Migrazioni e del Turismo” (1970) divenuta poi “Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti” (1986). Questi due Organismi Pontifici sono intervenuti magistralmente sulla problematica delle migrazioni, rispettivamente con l’Istruzione Chiesa e mobilità umana (1978), pubblicata in SM n. 6 (1978) e La carità di Cristo verso i migranti (“Erga migrantes caritas Christi”, 2004). Sono questi aggiornamenti ed interventi motivati dal rapido mutamento delle situazioni ecclesiali e di quelle politico-sociali.L’ultimo documento, che pubblichiamo in questo numero di Servizio Migranti, tiene conto particolarmente della legislazione contenuta nei nuovi Codici di Diritto Canonico: quello della Chiesa latina (CIC 1983) e delle Chiese orientali (CCEO 1990), nonché dei nuovi fenomeni della globalizzazione economica, delle modificazioni politiche e dei nuovi flussi migratori dall’Est europeo, dall’Asia e da Paesi musulmani.Rimandiamo al prossimo numero alcune riflessioni in merito.“Sentire cum Ecclesia” è il necessario respiro cattolico di una vita cristiana chiamata ad incarnare localmente l’evangelico messaggio di giustizia, di pace e di fratellanza universale.