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Addio al vescovo "pellegrino" mons. Alfredo M. Garsia (F. Dotolo)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/04


ADDIO AL VESCOVO “PELLEGRINO” MONS. ALFREDO M. GARSIA
di Franco Dotolo
La Migrantes ha già ricordato nel nr. 4/2004 di Servizio Migranti S.E. Mons. Alfredo Maria Garsia pubblicando il saluto di S.E. Mons. Lino Bortolo Belotti, attuale Presidente della CEMI-Migrantes, e il commiato di S.E. Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo di Monreale. Ci piace ricordarlo ancora dando risalto ad alcuni articoli della stampa locale in occasione del suo ritorno al Padre.Addio al vescovo “pellegrino”. Mai titolo è stato più appropriato (Avvenire, 8 giugno 2004). Infatti nel Quaderno nr. 28 che la Migrantes ha dedicato al Vescovo Garsia nel 25° Anniversario dell’Ordinazione Episcopale “Un vescovo in cammino con i migranti”, il Direttore generale, Mons. Petris, esordiva così: “La presente pubblicazione non è il monumento a una persona, ma la memoria di una Chiesa. Narra il coinvolgimento della Chiesa di Caltanissetta e, di riflesso, della Chiesa siciliana e italiana, nella grande avventura migratoria, che non è soltanto storia del passato; narra insieme la passione del suo Vescovo per la diaspora dei migranti la quale richiama così da vicino la passione del Buon Pastore per il gregge disperso” (...). “I 25 anni di Episcopato di S.E. Mons. Alfredo M. Garsia sono l’occasione opportuna, direi felice, per raccogliere quanto ha detto e scritto, quanto ha testimoniato e stimolato il Pastore di una modesta diocesi di Sicilia, facendosi autorevole voce dell’Episcopato italiano e pertanto di tutta la Chiesa che è in Italia, in favore di ogni tipo di migrazione, a cominciare da quella dei nostri connazionali all’interno e al di fuori della Penisola; a questa si aggiunge quella più recente degli immigrati che giungono tra noi dai Paesi sottosviluppati come pure quella più tradizionale della gente del mare, dello spettacolo viaggiante e dei circhi, delle minoranze rom e sinti, di quanti cioè vivono la mobilità come condizione più o meno stabile di vita”.La morte di questo Vescovo “pellegrino” ha destato un lutto profondo nella città nissena che l’ha avuto come Pastore per trent’anni; lutto per tutto il mondo migrante al quale con grande passione apostolica e squisita sensibilità umana egli ha dedicato tanta parte della sua vita, nonché per Augusta che nel 1928 gli ha dato i natali e l’ha nuovamente accolto lo scorso anno, quando il vescovo si è ritirato dal governo della sua diocesi, e dove si è spento il 4 giugno 2004. Per otto anni Mons. Garsia è stato Presidente della Migrantes e che fin dalla sua prima costituzione nel 1987 le è sempre stato vicino. Non poteva la Migrantes non essere rappresentata anche al funerale, al termine del quale è stato letto il “commiato” steso da Mons. Lino Belotti, il nuovo Presidente della CEMI-Migrantes, succeduto da poco più di un anno a Mons. Garsia. Il funerale è stato veramente espressione eloquente di quanto il vescovo defunto fosse stimato e amato anche al di fuori dei confini della sua diocesi. Una trentina di vescovi hanno partecipato al rito, presieduto dal Card. Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, mentre al termine della celebrazione ha pronunciato l’elogio funebre Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo di Monreale, primo sacerdote consacrato trent’anni fa dalle mani di Mons. Garsia, al quale era rimasto particolarmente legato da affetto filiale e da profonda ammirazione (Migranti-press nr. 39/2004).“Imploriamo al Signore un premio eterno per i servitori del Vangelo”. Così il cordoglio del Papa è stato espresso dal Segretario di Stato Angelo Sodano che ha inviato un telegramma al Vescovo Mario Russotto. Il ricordo della visita pastorale di Giovanni Paolo II (maggio 1993) a distanza di anni era sempre vivo in Mons. Garsia. “Uno dei momenti più belli del mio episcopato”, amava ripetere. “Il Sommo Pontefice - ha scritto Sodano - appresa la notizia della partita del Vescovo emerito di Caltanissetta assicura la sua viva partecipazione al lutto che colpisce la diocesi. Il Papa ricordando la generosa testimonianza sacerdotale del compianto presule, come pure l’esemplare dedizione al popolo di Dio a lui affidato, implora dal Signore per l’anima eletta dal pastore zelante premio eterno promesso ai fedeli servitori del Vangelo” (Giornale di Sicilia, 9 giugno 2004).“Mons. Garsia, Vescovo emerito di Caltanissetta, lascia una preziosa eredità morale - ha detto Mons. Costanzo -, la testimonianza di una fede forte e comunicativa. Egli sapeva coniugare fede e amore, pensiero e impegno pratico, ha amato con predilezione i più deboli e i diseredati, dimostrando una grande ansia pastorale per gli immigrati”. “In campo nazionale grande è stata la sua ansia pastorale per gli emigrati, coerentemente al suo incarico di Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e Presidente della Fondazione Migrantes”.“Mi mancherà la sua voce di confronto” - affermava S.E. Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta, suo successore dal 27 settembre 2003 -. “Lo chiamavo spesso per consigli e suggerimenti e con lui mi confrontavo su alcune scelte, ed era sempre saggio e rispettoso delle mie decisioni: Abbi il coraggio che non ho avuto io e vai avanti, mi diceva. Davvero una voce importante che mi mancherà”. “La chiesa nissena resterà sempre sua sposa e nutrirà un debito di gratitudine e riconoscenza nei suoi confronti. Lei lascia la cattedra della diocesi, ma ben sappiamo quanto il suo cuore batte ogni giorno per essa”. “Apostolo dei migranti, li visitò più volte da un capo all’altro del mondo, suscitando attenzione ai loro problemi nelle autorità civili. Coniugando evangelizzazione e promozione umana, incoraggiò iniziative piccole e grandi per il bene della comunità ecclesiale e civile. Attento al rinnovamento della Chiesa rilanciata dal Concilio Vaticano II, promosse il primo sinodo della diocesi, perché la Chiesa nissena si rinnovasse nella missione. Con tenacia e fermezza volle, e con successo ottenne, che il Papa Giovanni Paolo II, visitasse la diocesi. E il passaggio del Successore di Pietro ha segnato un solco indelebile nel suo buon cuore di Pastore, nei cari sacerdoti e in tutto il nostro amato popolo” (Giornale di Sicilia, 8 giugno 2004).“Diocesi in lutto, addio all’amato Pastore”, così titolava il Giornale di Sicilia il 5 giugno 2002. La Chiesa nissena piange il suo Vescovo emerito. Di lui - ha detto visibilmente dispiaciuto il Sindaco di Augusta, Salvatore Messana - “conservo un ricordo positivo e sono addolorato per la sua perdita. Era un uomo colto, sensibile e riservato, protagonista di gesti di grande solidarietà dei quali non ha mai pubblicamente parlato. E questo gli faceva molto onore. è andato via un pezzo di storia religiosa della nostra città. Con Mons. Garsia c’è stato reciproco rispetto dei ruoli e tanta collaborazione”.“Oggi sono molti a piangere la sua morte soprattutto i tantissimi sacerdoti che aveva ordinato in quasi trent’anni di episcopato. Come era nel suo stile, molto discreto, era riuscito in punta di piedi, facendo di tanto in tanto qualche puntata nella “sua” Caltanissetta, città che gli era rimasta nel cuore e dove, in silenzio aveva svolto una intensa attività pastorale rendendosi protagonista anche di iniziative clamorose. Il Vescovo emerito fu alla testa di un movimento spontaneo, con amministrazioni, politici di varie tendenze e sindacalisti, per indurre le autorità regionali ad aprire il Cefpas. E di Garsia si ricordano le vibranti omelie in occasioni importanti (soprattutto quelle legate alla festività del Santo Patrono), quando “bacchettava” gli amministratori seduti in prima fila. Era attentissimo al sociale della città. Con Mons. Garsia è sorta la “Fondazione Mazzone”, Casa di Riposo per anziani, realtà indiscussa della città, ma è stato capace di dare impulso a decine di altre iniziative religiose, culturali, come l’apertura della Casa del Clero a Santo Spirito, la ristrutturazione del Seminario, l’organizzazione del primo Sinodo diocesano (Giornale di Sicilia, 5 giugno 2004).La perdita di Mons. Garsia lascia un vuoto incolmabile nei cuori dei giovani sacerdoti nisseni e spinti verso la missione più grande, quella alla quale il vescovo teneva di più: avvicinare alla Chiesa le nuove generazioni, riportare i ragazzi sbandati e abbandonati alla droga e all’alcool, sulla retta via. Quella del Signore. Padre Alessandro Giambra è uno di questi: “Abbiamo perso un padre, un punto di riferimento. Una persona che ci ha dato tanti stimoli. Qualcuno, a torto, ha identificato nel Vescovo un uomo lontano dai problemi della strada. E’ stato proprio Mons. Garsia a volere fortemente che mi occupassi dei giovani. Anzi, spesso era lui ad indicarmeli. Mi diceva, “vedi quel ragazzo? Seguilo, stagli accanto. Ha brutte frequentazioni e noi dobbiamo aiutarlo”. “Un uomo riservato, apparentemente distaccato, ma con un grande cuore. Un cuore di padre. Un padre sempre attento ai più deboli, vicino a chi stenta a dare un senso alla propria vita: dai tossicodipendenti a coloro che vagavano senza meta per le strade, fino agli extracomunitari per i quali si batteva affinché riuscissero ad inserirsi” (Giornale di Sicilia, 6 giugno 2004).Addio con applausi a Mons. Garsia riportava La Sicilia il 7 giugno 2004. “Funerali in pompa magna come si conviene al rango di Vescovo quelli celebrati ad Augusta, non solo per l’avvenuta morte al Moscatello, dopo un intervento chirurgico, ma anche perché il prelato si è sempre speso per officiare nel paese natio sino agli ultimi giorni di vita, anche se gravemente ammalato al cuore da anni. Pochissimi fiori, nessuno dall’amministrazione ma soli quelli voluti dalla famiglia. Alla fine della Messa S.E. Mons. Mario Russotto, suo successore a Caltanissetta, ha letto il testamento spirituale di Mons. Garsia, scatenando gli applausi; l’affidamento della sua anima oltre che quella dei fedeli alla Madonna ed a Siracusa, città marina per eccellenza, testimone dell’ultimo miracolo mariano”. Ne riportiamo uno stralcio di questo testamento spirituale che S.E. Mons. Garsia scrisse nel 1981: “Dalla stragrande maggioranza dei miei sacerdoti ho ricevuto preziosi, edificanti esempi di generosità, di disinteresse, di pietà, di operosità. Il Signore li benedica e li ricompensi. Ho sempre ardentemente desiderato che il presbiterio fosse una famiglia, fondata nel vincolo sacramentale, compaginata dalla carità fraterna, una risposta vivente alla preghiera sacerdotale di Gesù. Ho sognato la vita comune dei presbiteri e per essa mi sono adoperato con la convinzione che la vita comune è di valido aiuto alla santità sacerdotale e alla efficacia apostolica, mezzo magnifico per abolire la solitudine del sacerdote e fargli riscoprire ogni giorno, nel confronto con i fratelli, la bontà della vocazione. Se potessi ancora dire qualcosa ai miei preti, raccomanderei la fedeltà alla vocazione, il di-stacco dalla famiglia, l’amore fraterno e la dedizione assoluta alle anime. La preghiera, la vita comune, l’amore alla povertà e il distacco dai beni terreni. E se in qualcuna di queste virtù io ho mancato, come certamente è avvenuto, la bontà del Signore mi usi misericordia”.

Note biograficheMons. Garsia nasce ad Augusta il 14 gennaio 1928. Studi teologici nel Seminario Arcivescovile di Siracusa. Ordinato sacerdote il 1° luglio 1951. Laurea in Matematica e Fisica presso l’Università di Catania. Eletto Vescovo di Caltanissetta il 21 dicembre 1973. Per trent’anni ha servito la diocesi nissena “In humilitate et veritate servire”. Ha compiuto cinque visite pastorali alle parrocchie della diocesi. Ha celebrato otto Settimane Pastorali. Ha celebrato il Primo Sinodo della Chiesa nissena. Ha accolto il S. Padre Giovanni Paolo II in visita apostolica (9/10 maggio 1993). Ha promosso e accompagnato il sorgere di numerose opere sociali: “Cittadella della Carità”, le case di Riposo per anziani Carlo Mazzone e Gurrera e Moncada, la Comunità terapeutica “Terra Promessa” e il centro di prevenzione delle tossicodipendenze “Nuova Civiltà”. Ha costruito e aperto la Casa del Clero “San Giuseppe” a Santo Spirito. Ha riaperto il Seminario Maggiore e fondato l’Istituto Teologico pastorale “Mons. Giovanni Guttadauro” e l’Istituto di Scienze religiose “Sant’Agostino”. Nella CESi è stato Vescovo delegato per le Migrazioni. Nella CEI, membro della Commissione Ecclesiale per le Migrazioni e per due mandati Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni (CEMI) e Presidente della Fondazione Migrantes. è stato membro del Pontificio Consiglio per le Migrazioni e membro della Commissione Episcopale per il Laicato.