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Messaggio di Giovanni Paolo II all'Ill.mo Dr. Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma, in occasione del Centenario della Sinagoga di Roma - Città del Vaticano, 22 maggio 2004

Ufficio Nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insiemeHinneh ma tov u–ma na‘im, shevet akhim gam yakhad!» (Sal 133 [132], 1).1. Con intima gioia mi unisco alla Comunità ebraica di Roma in festa per celebrare i cento anni del Tempio Maggiore, simbolo e ricordo della millenaria presenza in questa città del popolo dell’Alleanza del Sinai. Da oltre duemila anni la vostra comunità è parte integrante della vita dell’Urbe; essa può vantarsi di essere la Comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale e di aver avuto una funzione rilevante per la diffusione dell’ebraismo in questo Continente. Pertanto, l’odierna commemorazione assume un particolare significato per la vita religiosa, culturale e sociale della Capitale e non può non avere una risonanza del tutto speciale anche nel cuore del Vescovo di Roma! Non potendo partecipare di persona, ho chiesto di rappresentarmi in questa celebrazione al mio Vicario Generale per la diocesi di Roma, il Cardinale Camillo Ruini, che è accompagnato dal Presidente della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, il Cardinale Walter Kasper. Sono essi ad esprimere concretamente il mio desiderio di essere con voi in questo giorno.