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Siamo alla vigilia di un punto di svolta
Intervento ai lavori della Commissione Presbiterale Italiana, riunita a Roma per una due giorni di riflessione e confronto

“La sinodalità non è una parola ‘manifesto’, è innanzitutto una modalità; poi vengono gli stili e i processi che si qualificheranno per la loro capacità di incidere nella vita della Chiesa con proposte comuni e condivisibili”. Lo ha ribadito Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, rivolgendosi alla Commissione Presbiterale Italiana (di cui è Presidente) riunita a Roma per una due giorni di riflessione e confronto. L’arcivescovo si è concentrato sulla vita della Chiesa in Italia, in particolare sul Cammino sinodale che vede impegnate le Diocesi e sui prossimi passi che le attendono. “Quello che la Chiesa sta vivendo, con l’ambizione con cui Papa Francesco l’ha impostato, è qualcosa di totalmente nuovo”, ha osservato Mons. Baturi per il quale non si può dunque pretendere un cambiamento immediato né a livello universale né nella realtà concreta delle comunità ecclesiali italiane. “Che ci siano velocità diverse è paradossalmente un segno di speranza: i veri cambiamenti hanno bisogno di consenso che, come ricorda il Papa, si crea per attrazione. Per questo servono tempo e pazienza”, ha affermato precisando che “alcune idee sono già prassi” e che esistono alcuni elementi di assoluta novità. Come, ad esempio, il fatto che “si terranno due assemblee sinodali, una dal 15 al 17 settembre 2024 e una dal 31 marzo al 4 aprile 2025, che produrranno delle sintesi da sottoporre alle Assemblee dei Vescovi”. “Siamo proiettati – ha rilevato – sul momento finale: si tratta di fare discernimento; l’ascolto si fa dialogo in vista delle scelte di governo”.
Nel suo intervento, Mons. Baturi ha fatto anche riferimento alla “tradizione sinodale” in Italia: “prima che nel 1964 la CEI diventasse l’Assemblea di tutti i Vescovi, dal ’54 (preceduta già dal ’52) era l’Assemblea dei Vescovi delle Conferenze episcopali regionali, che erano nate nel 1889 attorno alle regioni conciliari volute da Leone XIII”. “La sinodalità era collegata alla vita delle comunità cristiane nel territorio e la CEI ha ereditato tutto questo”, ha affermato l’arcivescovo per il quale “siamo alla vigilia di un punto di svolta”.
I lavori della Commissione Presbiterale Italiana si erano aperti ieri, 27 febbraio, con il saluto e l’introduzione del Segretario, don Federico Badiali, e con la relazione di Mons. Riccardo Battocchio,  rettore dell’Almo Collegio Capranica, presidente dell’Associazione Teologica Italiana e segretario speciale della XVI Assemblea Generale ordinaria del Sinodo che ha approfondito il tema della formazione permanente dei presbiteri, a partire dagli spunti offerti dalla Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.