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Prolusione del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente - Roma, 26/28 settembre 2016


Cari Confratelli,

Il dramma del sisma
Ancora una volta, come un’ombra maligna, il terremoto ha falciato centinaia di vite, ha distrutto abitati, ha creato un popolo senza casa, ma non ha piegato la voglia e il coraggio di ricominciare! Grazie alla rete dei nostri Uffici – a partire dalla Caritas – come Presidenza abbiamo potuto intervenire subito con un primo sostegno di un milione dall’8 per mille, e stabilire la colletta nazionale in coincidenza del Congresso Eucaristico della Chiesa Italiana, quasi per rendere visibile che l’Eucaristia celebrata è sorgente di missione e di misericordia. Alle popolazioni colpite del Centro Italia – in particolare alle Diocesi di Rieti e di Ascoli Piceno –  guardiamo con la preghiera che alimenta la speranza e la solidarietà. Ai Vescovi di quelle Chiese e al loro Clero, confermiamo il vincolo di fraternità e di ammirazione.
Più forti persino delle immagini dello scempio impietoso, abbiamo davanti agli occhi i volti di tanti – operatori della Protezione Civile, volontari, membri di associazioni – che, con semplicità, danno al Paese una testimonianza, vorremmo dire una lezione, di incomparabile valore. È l’esempio innanzitutto della fierezza di appartenere ad una terra, ad un popolo, ad una storia. Ci danno l’esempio di un modo di vivere alternativo alla cultura diffusa, che tende a svalutare le appartenenze come se fossero sinonimo di chiusura, di condizionamento, di ripiegamento sul passato. Noi Pastori – conoscendo le nostre Parrocchie e, quindi, i paesi, i borghi e le città – sappiamo che non è così: anzi! Sappiamo che appartenere ad una comunità è non essere soli a portare la vita; “appartenere” è un bene da non perdere: essere “legati” gli uni agli altri – in famiglia, nella società civile, nella comunità cristiana – fa crescere la libertà nella verità.
Sui volti delle popolazioni colpite brilla anche la fierezza umile e discreta della fede. La gioia e l’affetto che hanno mostrato nell’accogliere in una tenda l’immagine della Madonna recuperata dalle macerie della chiesa parrocchiale, ha colpito e commosso giovani e anziani. La fede cristiana ispira il modo di vedere noi stessi e gli altri, la felicità e il dolore, la vita e la morte. Ci fa riconoscere l’invisibile che ci circonda, un mondo popolato non da fantasmi o numi da tenersi buoni, ma da Dio che è Amore, che si è mescolato con noi fino a darci il Figlio unigenito; è abitato dalla Vergine Maria, dai santi e dagli angeli, dalle anime di coloro che ci hanno preceduto su questa terra. Essi sono i veri viventi, amici e compagni di strada, che ci abbracciano con tenerezza. Non ci preservano dalle croci, ma ci aiutano a portarle. La forza dello spirito, che la fede alimenta, è più forte del terremoto. ...