Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici
INTRODUZIONE
L’immigrazione cambia il volto della cristianità italiana: fedeli delle Chiese orientali non cattoliche e nuove sfide pastorali
Nel corso degli ultimi vent’anni ha assunto una rilevanza particolare l’immigrazione nell’Europa occidentale di fedeli appartenenti a Chiese orientali, provenienti da Paesi dell’Est europeo e dal Medio Oriente.
Anche l’Italia è interessata dal fenomeno migratorio. Secondo i dati del 2009, i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia ammonterebbero a circa quattro milioni e mezzo. Ad essi devono aggiungersi quelli che si trovavano nel nostro Paese senza regolare permesso di soggiorno. L’incremento della popolazione immigrata, tenendo conto dei nuovi ingressi e delle nascite, è stimato in circa trecento/trecentocinquantamila persone l’anno . Circa la metà degli immigrati sono cristiani: fra di loro i fedeli ortodossi erano stimati nel 2008 in circa un milione centotrentamila. Il numero dei cristiani orientali non cattolici, e in particolare ortodossi di tradizione bizantina, è in veloce incremento. Si può prevedere che, se i flussi migratori manterranno le caratteristiche attuali, nei prossimi anni l’insieme di tali fedeli diventerà la seconda comunità religiosa italiana.
La presenza rilevante di cristiani di confessione ortodossa ha favorito l’erezione di parrocchie ortodosse, di diocesi in Italia o aventi giurisdizione sulle comunità ortodosse in Italia. Inoltre, i cristiani ortodossi costituiscono una presenza significativa in molte diocesi cattoliche, apportandovi la ricchezza di tradizioni diverse e un notevole fervore spirituale.
Questa nuova realtà cambia anche i termini dei rapporti ecumenici nel nostro Paese. Essi, infatti, non possono più limitarsi alle tradizionali relazioni con piccole minoranze storiche, spesso circoscritte in ristrette aree geografiche, oppure con i vertici istituzionali delle diverse confessioni, coinvolgendo gli specialisti o un numero limitato di delegati. Si tratta di una presenza diffusa sul territorio nazionale, che interessa direttamente le strutture pastorali di base, coinvolgendo le diocesi e le parrocchie cattoliche. Infatti, il numero dei fedeli è tale da rendere impossibile alle comunità orientali, che pure vanno progressivamente strutturandosi, di fare fronte compiutamente alle loro esigenze spirituali e pastorali.
E dunque urgente considerare le conseguenze pastorali e giuridiche della presenza dei fedeli orientali non cattolici all’interno delle comunità cattoliche, a motivo dei contatti che si instaurano, per rispondere in maniera corretta alle richieste che essi presentano.
Il presente vademecum, destinato prevalentemente ai parroci, agli operatori pastorali e ai responsabili delle istituzioni educative cattoliche, si propone una finalità pratica di indole pastorale, quale sussidio alle Chiese particolari. A tal fine, raccoglie e organizza la disciplina vigente nella Chiesa cattolica sui corretti rapporti con i fedeli appartenenti a Chiese orientali non cattoliche, con un’attenzione particolare alla situazione italiana. Alieno da qualunque intento di proselitismo, vuole offrire alcune indicazioni utili ai rapporti con la gerarchia orientale non cattolica, qualora essa chieda la collaborazione delle diocesi italiane. Viene pubblicato in via sperimentale sotto la responsabilità congiunta dei due Uffici, competenti in ragione della materia, della Segretaria Generale della Conferenza Episcopale Italiana, a ciò autorizzati dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 21-24 settembre 2009.
La prima parte del vademecum presenta, in modo sintetico, taluni elementi dottrinali utili per comprendere il profilo delle Chiese orientali non cattoliche in Italia. Vengono pure evidenziate alcune differenze relative alla teologia sacramentaria tra la Chiesa cattolica e le Chiese orientali non cattoliche, per favorire la comprensione reciproca e l’instaurarsi di una prassi di collaborazione e di rispetto.
La seconda parte del vademecum intende offrire alcuni indicazioni relative alla condivisione del culto liturgico sacramentale, con specifica attenzione alla problematica della communicatioinsacris, ai matrimoni misti e all’ammissione dei fedeli alla piena comunione nella Chiesa cattolica.
Conclude il testo un’appendice, utile per ulteriori approfondimenti.
Le indicazioni che seguono sono indirizzate alla Chiesa latina e rispecchiano la disciplina del Codice di diritto canonico (1983). Sono anche presenti ampi riferimenti alla normativa delle Chiese cattoliche orientali sui iuris, raccolta nel Codice dei canoni delle Chiese orientali (1990), nella misura in cui questa è utile per l’applicazione analogica e per facilitare la comprensione delle diversità esistenti.
Ci auguriamo che questo sussidio favorisca l’efficace azione pastorale delle nostre Chiese e accresca la tensione all’unione in Cristo, obiettivo del cammino ecumenico.
Roma, 23 febbraio 2010 Memoria di San Policarpo, vescovo e martire
Don Gino Battaglia, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
Mons. Adolfo Zambon, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA