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Una chiesa al mese
Un libro al mese
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 Home page - Un libro al mese - PREPARARE LA GIOIA SPIRITUALE - Al riguardo bisognerà pure tenere presente che il problema dell'architettura delle chiese, e del modo in cui esse sono vissute, ha molto a che vedere con le condizioni culturali dominanti nella società... 
Al riguardo bisognerà pure tenere presente che il problema dell'architettura delle chiese, e del modo in cui esse sono vissute, ha molto a che vedere con le condizioni culturali dominanti nella società...   versione testuale

Già negli anni '50 il card. Lercaro svolse un'inchiesta, attraverso questionari distribuiti nelle chiese: per comprendere quanti cittadini di Bologna partecipassero regolarmente ai riti. Trovò risultati che definì preoccupanti – anche se allora le vocazioni erano ancora molte, tanto che dovette costruire un nuovo seminario vescovile sui colli bolognesi, per sopperire alle richieste che il seminario presente all’interno delle mura non riusciva a soddisfare. E, certo, anche per rispondere alle condizioni sociali riscontrate a seguito delle sue inchieste, Lercaro si impegnò a dotare ogni quartiere di una chiesa. Era un'epoca di grande impegno. Il sociologo Achille Ardigò elaborò un “Libro Bianco” insieme con Giuseppe Dossetti, in cui si evidenziava la rilevanza delle chiese nei quartieri periferici, quali momenti fondanti della partecipazione dei cittadini, e pertanto come elementi chiave per la costruzione della città. E già allora, nel secondo dopoguerra, lo stesso Lercaro promosse la partecipazione dei cattolici alla politica locale, alla gestione della “polis”, tramite i comitati di quartiere. Le nuove chiese dunque nascevano come parte di un più ampio movimento volto ad affermare la partecipazione delle persone nella cosa pubblica: erano un elemento vivo e presente tra la gente. Ma, ancora, ciò nonostante le chiese nuove di quell'epoca, mi sembra, non giungono ad esprimere la gioia spirituale che sarebbe auspicabile.
Oggi siamo in condizioni ancora più difficili: le vocazioni sono in affanno, le frequenza alle celebrazioni è bassa. E nelle chiese mi sembra che a volte i fedeli tendano a raccogliersi in ambienti ristretti, come se costituissero delle piccole chiese entro le chiese, nel ricercare intimità tra i pochi che vi si ritrovano. Penso che in questo si ravvisi un riflesso di questa società che tende sempre più a disperdere le persone, a isolarle. E rispetto agli anni di Lercaro non ci sono più i quartieri intesi come luoghi sociali, dove si attiva la solidarietà.
 
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