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L'architettura delle chiese ha destato un certo interesse in questi ultimi venti anni e attorno a essa si sono sviluppati diversi studi...   versione testuale
 
Vi sono due aspetti. Da un lato l'organizzazione dell'edificio deve rispondere alle necessità liturgiche e  magari anche a un valore simbolico: questo richiede il committente. Dall'altro lato credo di poter dire che ogni chiesa viva una specie di schizofrenia; è il racconto di un incontro tra un architetto e il sacro ma molte chiese, e non tra le peggiori, sono state progettate da non credenti. E, così come non è detto che vi sia autenticità di vocazione religiosa in alcuni che si professano credenti magri per motivi di opportunità, non è detto che vi sia autentica capacità progettuale in chi è convintamente praticante. Quindi la dicotomia: un'architettura intesa quale espressione di una specifica visione teologica e liturgica, ma spesso interpretata da persone estranee a tale visione. Penso a Le Corbusier, il cui rapporto con la religione è stato piuttosto complesso ma che a Ronchamp ha progettato una delle più significative opere di architettura per il culto; o a Steven Holl, di cui non conosco la prossimità con la Chiesa cattolica, ma che nella cappella di Sant'Ignazio a Seattle ha compiuto una delle più rilevanti chiese contemporanee; o a Richard Meier, di cultura ebraica ma che è stato chiamato a progettare la chiesa simbolo del Giubileo del 2000 a Roma.


 
Lacappella di St. Ignatius a Seattle (stato di Washington, USA). Vista esterna (Joe Mabel, Wikipedia).
Lacappella di St. Ignatius a Seattle (stato di Washington, USA). Vista esterna (Joe Mabel, Wikipedia).
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