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Home page - Un libro al mese - RECUPERARE I PERCORSI INIZIATICI - Vi sono aspetti soggettivi nella efficacia del simbolo. Per dire, in guerra un combattente può essere indotto a morire per difendere una bandiera: in quel momento per lui la bandiera è rivestita di tutte le caratteristiche della madrepatria che difende...
Vi sono aspetti soggettivi nella efficacia del simbolo. Per dire, in guerra un combattente può essere indotto a morire per difendere una bandiera: in quel momento per lui la bandiera è rivestita di tutte le caratteristiche della madrepatria che difende... 
Come si concilia la rilevanza soggettiva del simbolo con tale intensità di convinzione emotiva? La domanda si pone in questi anni in cui il fanatismo terroristico di stampo islamico divampa....
Il simbolo è sempre personale, ma non è mai soggettivo. È personale, in quanto è sempre iscritto in una durata personale e/o collettiva, ma non è soggettivo o semplicemente privato: i simboli non sono mai “di” qualcuno, ma sono sempre “tra” qualcuno e qualcun altro. Istituiscono delle relazioni, sono a monte del soggetto e a esso indisponibili: sono irriducibili a meri strumenti a disposizione di qualcuno. Il simbolo richiede e attiva sempre l’esercizio di una certa “fede”, è per sua natura “affidabile”, consente di riconoscersi in quanto “io” e in quanto “noi”. Un uso distorto dei simboli – come è quello proprio del fanatismo e del terrorismo – non lo si combatte a colpi di mera critica razionale, ma offrendo altri simboli – più affidabili e autorevoli – nei quali riconoscersi come singoli e come comunità.
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