... Ma considerando quanto emerge riguardo ai primi decenni del ‘900 e il modo in cui il rapporto tra arte e fede s‘è andato evolvendo in seguito, si direbbe che molto difficilmente si tornerà mai al tipo di rapporto che sussisteva secoli addietro (e che si direbbe oggi sia ancor visto da alcuni con senso nostalgico). Come possiamo supporre si possa incanalare questo rapporto nel futuro?
L‘opera umana sta sempre di fronte a grandi sfide, e oggi il problema è educare la coscienza. Questo non può avvenire se non assimilando le lezioni del passato. Certo: nel ripercorrere la tradizione c‘è il rischio di rimanere intrappolati in atteggiamenti decontestualizzati e da questo può nascere quel che si chiama integralismo. È sempre necessario vivere il presente mentre si attualizza il passato, ma partire semplicemente dal presente per creare, volgendosi a tecniche e riferimenti moderni solo per una ricerca della modernità in sé, è ugualmente improduttivo. Anche in questo la lezione di Gaudí è rilevante: attingendo allesperienza artistica che lo ha preceduto e osservando il grande libro della natura, egli ha saputo rivolgersi all‘epoca contemporanea con un linguaggio innovativo eppure fedele alla tradizione.
Oggi il soggettivismo porta a un‘arte intellettuale che è divenuta un cliché. E il continuo tentativo di ri-interpretare la realtà porta a un ricercato scollamento tra forma e contenuto, al punto che la dissociazione stessa diviene un‘aspirazione.
Nel ‘500, momento di tensione tra mondo antico e ricerca del nuovo, troviamo due grandi che esprimono tendenze opposte: Leonardo e Michelangelo. Lattenzione del primo, che incarna l‘immagine del laico, dello spirito libero portato alla ricerca scientifica, è rivolta alla luce. Lo sfumato leonardesco è linteresse della luce che accarezza i piani e li determina. Il secondo è concentrato sulla forma. Per Michelangelo solo la scultura è arte per eccellenza e nella differenza formale tra la Pietà Vaticana e la Pietà Rondanini vediamo schiudersi la problematica del rapporto tra forma e contenuto.
Così lattenzione leonardesca per la luce trova il suo culmine alle soglie del ‘900 con gli impressionisti, per i quali limportanza del soggetto impallidisce rispetto allinteresse per la luce. La ricerca pittorica si esaspera a tal punto da produrre un orientamento scientifico (ancora simile a Leonardo) nella pittura di Seurat. Daltro canto la passione michelangiolesca per la forma conclude la sua parabola in un Picasso, il quale, ponendosi quasi come creatore assoluto, giunge a scomporre il dato formale (il corpo umano ad esempio) per decidere autonomamente dove disporre le varie membra. Si afferma qui il distacco tra forma e contenuto.
E se gli impressionisti, Picasso e molti altri hanno saputo tenere alto il livello della loro arte a causa della genialità, in seguito lallontanamento dalla ricerca del dato oggettivo ha portato a un incalzare concettualistico, spesso acritico e scollegato con la storia.
Accade così che persino persone qualificate, nella lettura di opere darte del medioevo o della rinascenza travisino linterpretazione di alcuni simboli perché valutati in modo intellettualistico e non contestualizzato. Il contatto con lartista visto nel suo ambiente culturale e vitale si affievolisce al punto tale che agli storici dellarte si insegna a guardare più alla tecnica che al contenuto dell‘opera.
Come immaginare il futuro? Chissà! Oggi tutto pare spinto da un‘accelerazione travolgente e le moderne tecniche permettono realizzazioni, un tempo difficilissime alluomo. Facile in un simile contesto cadere nellillusorio e nel virtuale. Ritrovare il contatto con la materia, tuttavia, ci salverà. La crisi didentità, la necessità per lessere umano di guardare alla propria storia, di ritrovare punti fermi, conduce a un recupero della tradizione, ripeto non nostalgico, quanto piuttosto intelligente e creativo. A unattenta osservazione si comprende, del resto, come anche nell‘atteggiamento nostalgico si nasconda il desiderio di una più profonda comprensione del presente. Il successo che stanno riscontrando tecniche antiche, come il mosaico, o la scrittura delle icone, dimostra questa tendenza in atto, cioè il desiderio di un recupero della tradizione. Così ritrovare un rapporto diretto con la materia non potrà che giovare allarte e alla vita.