... quanto a evoluzione del rapporto tra artista e committente: implica una maggiore libertà del primo rispetto al secondo, comporta una più radicata coscienza del ruolo di intellettuale inteso come guida e ispiratore, o altro?
Non amo parlare delle correnti pittoriche in modo astratto, preferisco guardare ai singoli artisti e alla loro storia personale. Ogni artista, infatti, aderisce a una specifica corrente per i motivi più diversi, con ragioni che pescano direttamente entro la propria esistenza e che spesso poco hanno a che vedere con le premesse da cui parte tale tendenza. Laddove si aderisce a una corrente artistica per motivi ideologici, si decreta la morte dellarte. Questa, infatti, perde la sua ragion d‘essere ove si limiti a esercitare una funzione propagandistica. Lo stesso futurismo, in cui dominava la ricerca dell‘accelerazione, come in Boccioni per esempio, ha prodotto un movimento contrapposto dove era manifesta la fissità della paralisi a conseguenza della paura, si pensi ad esempio a Felice Casorati.
Lispirazione artistica rimane laddove ladesione a una corrente è mossa dalle domande che lartista ha in sé, mentre se lappartenenza a una corrente è dovuta al tentativo di esprimere un‘idea politica o di manifestare una denuncia scevra di contenuto autenticamente spirituale, allora l‘arte diventa semplice tecnicismo e si abbassa a livello di propaganda.
La crisi dellarte contemporanea trova la sua radice proprio nel rapporto tra artista e committenza, che oggi, quando esiste, è molto sottile. Il rapporto artista e committente ha sostenuto e fecondato tutta lispirazione artistica cristiana nei secoli, dando luogo a infiniti capolavori. Quando, dopo il secolo XVII iniziarono a venire meno le grandi committenze degli ordini religiosi, si aprì per gli artisti la grande pagina della ritrattistica che perdurò per tutto il XVIII secolo. Ma sarà la scoperta della macchina fotografica (tra le altre cose) a mettere definitivamente in crisi il rapporto con la committenza. Quello che un pittore elaborava faticosamente, dopo settimane e settimane di sedute (cioè il ritratto), veniva realizzato dalla fotografia in pochi minuti. Questo decretò la crisi del mercato dellarte, ma daltro canto la fotografia affascinò gli artisti al punto tale che nacque una corrente pittorica e una stagione artistica totalmente nuova: limpressionismo. Quello che lapparecchio fotografico non era in grado di offrire era limpressione che un paesaggio o un volto suggerivano allo sguardo dellartista; il rapporto cioè delle cose con la luce e il sentimento stesso dellartista. Al punto che due impressionisti davanti al medesimo soggetto potevano dipingere opere totalmente diverse. Nacque così limpressionismo che, se da un lato salvò larte, dallaltro la consegnò allindividualismo. Lartista prese a desiderare di esprimere la sua personale intuizione componendo unopera che solo in un secondo momento poteva trovare lacquirente interessato. Si cadde, cioè in un progressivo narcisismo che il più delle volte decretò la perdita delloriginalità. La missione dellarte è, in realtà, quella di dire le verità di sempre in modo nuovo, ma questo «nuovo» non va prodotto entro una ricerca formale inesplorata, bensì entro una conoscenza intelligente e profonda del passato e di una tradizione artistica che, proprio perché posseduta, è possibile superare.