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 Home page - Un libro al mese - L'ELEGANZA DELL'ESSENZIALITÀ - L'essenzialità come linguaggio architettonico diviene capace di espressione eloquente. Come avviene questo passaggio, tra quel che pare rispondere prevalentemente a una condizione di necessità, per giungere a toccare l'aspetto emotivo? 
L'essenzialità come linguaggio architettonico diviene capace di espressione eloquente. Come avviene questo passaggio, tra quel che pare rispondere prevalentemente a una condizione di necessità, per giungere a toccare l'aspetto emotivo'   versione testuale
 
Credo che Hans van der Laan rappresenti un episodio limite, un'espressione per così dire estremizzata della tensione che attraversa la storia dell'architettura nel XX secolo. Il suo modo di progettare è profondamente iconoclasta, per questo può sorprendere. Temo che gli storici non abbiano saputo cogliere la rilevanza che ha avuto il progetto delle architetture religiose nel '900 in cui tanto s'è diffusa la secolarizzazione. Oggi, nel voltarci indietro, non possiamo non constatare la rilevanza di alcuni personaggi e la forza dirompente che si è manifestata in alcune opere di carattere religioso. Penso a Gaudí e alla sua Sagrada Familia, a Le Corbusier e alla cappella di Ronchamp, al convento di la Tourette, alla chiesa di Firminy; penso a Michelucci e alla sua chiesa sull'Autostrada, e alle tante creazioni di Rudolf Schwarz – progettista di chiese che il suo amico Mies van der Rohe chiamava “Grosse Baumeister”. E ovviamente penso a van der Laan. Sono tutti personaggi che hanno progettato opere tanto memorabili quanto iconoclaste...
 
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