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 News - Archivio - 2016 - Maggio - L'informazione non č un selfie 
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L'informazione non č un selfie   versione testuale

«I social media rischiano troppo spesso di diventare casse di risonanza per il linciaggio pubblico e per posizioni xenofobe. Per questo, nel mondo della comunicazione c’è ancora bisogno del giornalista che aiuti a raccontare la realtà senza storture». Lo ha affermato don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia cristiana nel corso del dibattito sul tema “I media della Chiesa per la cultura della misericordia” svoltosi giovedì 5 maggio nel palazzo vescovile di Arezzo.
L’evento voluto dall’arcivescovo Riccardo Fontana – presente alla tavola rotonda – rientra all’interno del Festival della comunicazione organizzato dalla Famiglia paolina e ospitato fino a domenica dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. «Nel mondo della comunicazione di oggi – ha spiegato don Sciortino – sembra quasi che se non si è cinici, non si è efficaci. In realtà abbiamo bisogno di misericordia. Pensiamo al tema dell’accoglienza, presentato come una costante emergenza. Compito dell’informazione dovrebbe essere quello di spiegare da cosa scappa chi chiede asilo e perché l’Europa può accogliere queste persone senza problemi».
Un modo di comunicare che non si fa prendere dalla frenesia, ma che offre una lettura ragionata della giornata: è il modello d’informazione proposto anche dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. «Non si tratta di un’informazione “selfie”, capace soltanto di assecondare i gusti del momento, ma di proporre un giornalismo che sia anche in grado di mettere in crisi le convinzioni del lettore». E su questo che oggi più che mai i media cattolici possono dire la loro. «I cattolici sono un elemento essenziale del pluralismo. Occorre superare una certa visione del “doppio binario” per la quale una voce laica ha più peso di una cattolica. Abbiamo tutti la stessa dignità», ha detto Tarquinio.
Un pluralismo messo però a dura prova da scelte che penalizzano proprio la stampa cattolica. «I contributi all’editoria – ha spiegato Francesco Zanotti, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici – consentono a tante testate di poter continuare a vivere ed essere parte della vita democratica. Senza queste voci perdiamo un pezzo della nostra libertà». C’è poi il tema della consegna della posta a giorni alterni, che rischia di mettere in ginocchio tante realtà. «Occorre garantire agli abbonati di poter ricevere a casa il giornale in tempo».
Sfide raccolte dalla diocesi di Arezzo- Cortona-Sansepolcro che, come ha ricordato il direttore di Toscana Oggi, Andrea Fagioli, «investe da tempo su un’informazione di qualità, attraverso il settimanale e l’emittente diocesana Telesandomenico».