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 Home page - Un libro al mese - ALLA RICERCA DELLA SIMBOLICITÀ PERDUTA - Nelle chiese di Michelucci risulta evidente l'intenzione di esprimere in forme scultoree un senso simbolico. Che cosa rappresenta questo nel contesto dell'architettura contemporanea? 
Nelle chiese di Michelucci risulta evidente l'intenzione di esprimere in forme scultoree un senso simbolico. Che cosa rappresenta questo nel contesto dell'architettura contemporanea'   versione testuale

Fino all'arrivo del Moderno, l'architettura nella storia rimandava sempre e comunque alla sfera simbolica. Si costruivano timpani anche sulle case: servivano a denotare uno status sociale. Quanto più rilevante era la condizione del proprietario dell'abitazione, tanto più vistoso era il decoro presente sulla facciata. Lo si nota anche negli edifici abitativi costruiti fino al primo Novecento lungo le vie di una città come Milano.
 
L'architettura moderna invece per principio si basa sull'essenzialità della funzione e per conseguenza non è adatta a esprimere la sfera simbolica. Non solo: la rifiuta. Le Corbusier, che ne è il maestro, stabilì che la facciata tradizionale dovesse scomparire, e ne eliminò la tipica partizione, fondata su basamenti, cornicioni, finestre, che le davano ordine e decoro. La sostituì con le case su pilotis, le finestre a nastro e i tetti piani.
 
È accaduto così che di fronte al compito di disegnare la chiesa, cioè un edificio la cui connotazione fondamentale riguarda la sfera simbolica e non può essere schiacciata nell'ambito funzionale, gli architetti educati a progettare secondo i principi del Moderno si sono trovati disarmati, privi di risorse. Michelucci reagisce a questa condizione e tenta di recuperare la sfera simbolica.
 
 
Milano, palazzo Cusini, progetto di Adolfo e Aldo Zacchi (costruzione del 1928), facciata su via Durini. (foto Friedrichstrasse, da Wikipedia)
Milano, palazzo Cusini, progetto di Adolfo e Aldo Zacchi (costruzione del 1928), facciata su via Durini. (foto Friedrichstrasse, da Wikipedia)
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