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Area Riservata per gli incaricati diocesani
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A che cosa attribuisce questa situazione'
Penso proprio sia attribuibile allo scollamento avvenuto tra la società e la Chiesa. Ove l'edificazione della chiesa è compiuta con autentico afflato e partecipazione, trovo esempi che ancora in tempi recenti, ancora oggi sanno esprimere un contenuto forte. Ho in mente per esempio una chiesetta che si trova poco fuori Todi, nella frazione Romazzano: eretta negli anni '40 col concorso dalla popolazione, praticanti e non praticanti assieme, tutti desiderosi di costruire una edificio che rappresentasse l'identità del luogo. Pur nella sua ingenua semplicità, la si riconosce quale edificio per il culto: è ben diversa da uno spazio puramente domestico.
Penso anche alla chiesa recentissima, dedicata a Maria Teotokòs a Loppiano, dove l'architettura e le opere d'arte che segnano i poli liturgici sono ben armonizzati tra loro. O alla chiesa del monastero di La Tourette, che progettò Le Corbusier alla fine degli anni '50... tanto appare freddo il monastero nelle sue partiture in cemento a vista, quanto intensa e partecipata è l'atmosfera che si genera all'interno della chiesa. Le pareti, nude, qua e là percorse da squarci di colore, sono invase da una luce che avvolge lo spazio e lo trasporta in una dimensione altra. Le aperture offrono viste privilegiate sulla campagna. Si sente che, pur non di cultura e di fede cristiana, Le Corbusier doveva avere un rapporto con Dio.
Anche nel monastero di Bose, i monaci stessi hanno costruito pochi anni fa una chiesa che unisce semplicità a un afflato espressivo derivante da un insieme ordinato e silente, povero ma marcatamente dignitoso.
La povertà non deve mai confondersi con lo squallore o con la faciloneria, come mi sembra sia invece spesso avvenuto...
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