Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nella misericordia - Domeniche - 6 gennaio - Epifania del Signore 

6 gennaio   versione testuale

Epifania del Signore


M. Dorigatti, Adorazione dei magi, Lezionario, Anno C, CEI
 
Il Messia si é rivelato innanzitutto ai poveri e agli umili, ai pastori.
Anzi é nato in mezzo a loro. Un angelo si é degnato di scendere dal cielo per avvisarli, riempendo di luce divina la loro notte. Sono i puri di cuore, che vedono Dio per la trasparenza disarmante della loro semplicità.
Non così é per i dotti. Non così é per coloro che non sanno che Dio ha parlato attraverso le Scritture. Non così per coloro che sono lontani anche culturalmente dalla rivelazione cristiana. Loro devono fare un lungo cammino. Come i magi, che sono arrivati a Betlemme dopo un lungo viaggio, intrapreso dopo aver avuto un’intuizione, dopo aver visto una stella.
Ma non basta vedere una stella per decidere di seguirla. Bisogna avere una grande passione per la verità e il coraggio di fidarsi di un segno poco sicuro rispetto alle certezze della propria ragione.
I magi lo fanno, così come, nel corso della storia, lo hanno fatto tanti uomini e donne: cercatori di verità che hanno incontrato Cristo dopo un lungo viaggio dai luoghi più impervi della loro anima e del pianeta.
Forse per questo, nel commento visivo di questo incontro tra Gesù bambino e i magi, l’artista Margareth Dorigatti non raffigura i magi, ma una folla. L’epifania, la manifestazione di Cristo, é per tutti i popoli. La predicazione del vangelo varcherà presto le soglie della Palestina e con Paolo raggiungerà tutti i luoghi, attirando menti illuminate e colte di ogni tempo come la stella attirò i magi. Ma i magi di ogni epoca saranno sempre preceduti dai pastori.
L’immagine del lezionario esprime i significati di questa epifania. I magi si trovano davanti a un re bambino. Sua madre, infatti, tutta blu in quanto piena di Grazia (il blu é il colore della presenza divina), indossa la corona: é lei già regina. E’ la madre regina del figlio re, la gebirah della storia di Israele, potente mediatrice tra il popolo e il potere del suo Figlio. È lei a presentare, quasi ad offrire, il Figlio alla vista dei popoli, come nelle icone di Maria Sedes Sapientiae. Ma il bambino che lei offre stende le braccia come fosse crocifisso. E’ la sapienza della croce (scientia crucis), quella che “distrugge la sapienza dei sapienti e annulla l’intelligenza degli intelligenti” (Cf. 1Cor 1,19). Dirà Paolo: «Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? (...) Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso» (1Cor 1,20.22).
E’ questo mistero che i magi, sapienti di questo mondo, si sono chinati a contemplare in un bambino, perché «quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti» (1Cor 1,27). Essi hanno trovato Colui che i loro doni già prefiguravano: l’oro che si offre solo ai re, l’incenso che si innalza solo a Dio, la mirra con cui si ungono i cadaveri.
Anticipatamente miròfori e annunciatori profetici della morte di Cristo, al posarsi della stella «provarono una gioia grandissima», anticipo e caparra della gioia del Risorto. Con questa gioia nel cuore se ne andarono. È la gioia che accompagna tutti i credenti che, in ogni epoca, annunciano la morte e resurrezione di Cristo: finché egli venga!