Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nella misericordia - Domeniche - 1 gennaio - Maria SS. Madre di Dio 

1 gennaio   versione testuale

Maria SS. Madre di Dio


Centro Aletti, Madre orante, mosaico, 2007
 
Il bambino Gesù, appena nato, scatena gioia e meraviglia nei pastori, che sentono il bisogno di raccontare  quanto sanno di lui. E cosa fa lei, Maria?
Lei rimane silenziosa.
Dice il Vangelo che «Maria, da parte sua, custodiva queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).
Le «cose» che Maria custodisce sono tutte le parole (remata) che si sono realizzate, ovvero le conseguenze di quella parola a cui lei si era affidata quando aveva detto all’angelo «Avvenga di me secondo la tua parola (rema!)».
Queste parole sono diventate avvenimenti che hanno cambiato la sua vita e Lei ne custodisce la memoria, perché deve compiere un cammino difficile e non può farsi sfuggire il senso di una maternità, che sembra dilatarsi in una direzione misteriosa che riguarda solo lei, la sua storia unica e irripetibile. In quei giorni, a Betlemme, Maria impara il metodo che la farà essere, sotto la croce, madre di una moltitudine, secondo il volere di Gesù: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19,26). Perciò questo suo meditare non è fare ragionamenti, non è produrre un’argomentazione, ma accostare un fatto ad un altro, una parola ad un’altra. Quante volte, di un singolo avvenimento della nostra vita, non sappiamo cogliere il senso, che invece si illumina, se accostato ad un altro? Ecco - dice letteralmente il vangelo: Maria custodiva quei fatti accostandoli l’uno all’altro (sumbàllusa) nel suo cuore. Questa attività interiore unificante le permetterà di stare infine granitica, in piedi, sotto la croce. E sarà questo lavoro interiore ad aprire il suo cuore ad una piena conoscenza del Figlio. Morta sotto la croce restando unita all’umanità del Figlio, senza perdere la speranza riposta in Lui, da Risorto Lo adorerà anche lei come Figlio di Dio, divenendo lei stessa per la fede della comunità cristiana, fin dai primi secoli, madre di Gesù e madre di Dio. Con questo titolo (Theotòkos) la Chiesa l’ha sempre invocata per ribadire la divinità di Cristo passata per l’incarnazione nel suo grembo; ma, in questo modo, la Chiesa ha anche riconosciuto la sua intercessione specialissima. L’iconografia la rappresenta in vari modi. A noi piace vederla orante, come nel mosaico che si trova nella casa del clero di Pozega in Croazia (realizzato dal Centro Aletti di Roma), mentre il Figlio bambino si mostra dal suo grembo e, dentro il nimbo mandorlato della sua divinità e con la stola sacerdotale, dirige le braccia di lei verso l’alto. Quella di Maria é la preghiera della Chiesa, nel cui seno, «per Cristo, con Cristo e in Cristo» si innalza al Padre la preghiera di intercessione e di lode, per la potenza dello Spirito Santo, a beneficio del mondo intero.