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Con Giovanni Paolo II la Chiesa ha recuperato una forte visibilità.   versione testuale
Ma col pontificato di Giovanni Paolo II l'epoca del nascondimento è sembrata svenire...

«L'epoca di Giovanni Paolo II è stata improntata all'antimodernismo. E al riguardo, malgrado quanto si dice, papa Francesco non ha mutato nulla. Il suo insistere sull'impegno sociale per la carità, non fa che riprendere gli insegnamenti fondamentali della Chiesa, già portati avanti con forza da Giovanni Paolo II. Certo, lo stile comunicativo dei differenti papi può variare, vi sono aggiustamenti e modi di porgere volti a meglio dialogare col popolo dei cristiani. Ma, bisogna accettarlo, la società è secolarizzata, non è più cristiana e questo sul piano architettonico si traduce nel fatto che la chiesa non è più al centro della città. I cristiani sono diventati minoranza a fronte di una società civile che a volte tende ancora a considerarli come avversari e spesso a guardarli come un epifenomeno di non grande rilevanza. Bisogna riconoscere e accettare questa condizione di minoranza, e non illudersi che i molteplici segni cristiani rimasti incisi nel tessuto sociale e nel tessuto urbano della nostra società significhino ancora espressioni religiose, per un laicato che li assume solo come segni di carattere culturale, avulsi da un contesto di fede.
Le celebrazioni delle feste che punteggiano l'anno, hanno un'origine in prevalenza cristiana: ma il loro contenuto è totalmente diverso agli occhi del laico che ne usufruisce. Lo stesso vale per gli edifici: per quanto il cristianesimo sia osteggiato ed emarginato, sono accettati come testimonianza ridotta alla sola dimensione culturale. Così, per esempio, i miei colleghi accademici mi scherniscono se parlo del demonio: lo considerano cosa irrazioniale e lontana, da dimenticare. Ma sono indifferenti di fronte al fatto che da cattolico praticante io creda nella transustanziazione: la considerano un'ipocrisia peculiare della religione e questo per loro non ha alcuna rilevanza. La visione anticristiana è cresciuta passo passo con la modernità in modo strisciante, sino a divenire egemonica. Da tale posizione la Chiesa è accettata, purché permanga nelle condizioni di emarginazione».
 
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