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In Italia nel XX secolo non v'era necessità di nascondere le chiese.   versione testuale
Ma negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo non si può parlare di persecuzione dei cattolici sul suolo europeo...

«In quegli anni il fenomeno non è stato molto diverso: si può dire che sia maturato il frutto di anni di crescente emarginazione dei cattolici dal mondo. Le idee prevalenti,  nella cultura e nell'opinione pubblica, erano decisamente avverse o quanto meno estranee al cristianesimo e alla sua tradizione. E da parte cristiana s'è mantenuto un atteggiamento che, come ricordo lo chiamava il mio confessore, voleva essere di “rispetto umano”. Ma questo rispetto è stato eccessivo e si è tradotto in una mimesi culturale, in un piegarsi alle istanze prevalenti senza proporre con giusta forza la difesa della identità cristiana.
Il problema è stato affrontato dai Padri del Concilio Vaticano II: si sono chiesti come ridare fierezza ai cristiani, e hanno risposto con la ricerca del rinnovamento del cristianesimo nel dialogo con la modernità. Grandi sono stati i problemi sollevati da questa condizione. Maritain ha detto: “La Chiesa si sta inginocchiando davanti al mondo”.
Questa situazione ha generato una forte tensione all'interno della Chiesa e ha dato luogo a una scollatura, una dicotomia, una divaricazione tra quella che può essere descritta, prendendo a prestito le categorie di giudizio politico prevalenti, come una estrema sinistra e una estrema destra cattoliche. All'origine di entrambe c'è la stessa domanda: che fare di fronte alla modernità e alle tensioni cui questa sottopone la Chiesa. Ma le risposte sono state divergenti, pur se date da ambiti culturali e persone molto vicine tra loro.
Per esempio Giorgio La Pira, amico di personaggi che scelsero un cristianesimo fortemente conservatore quali Papini e Giuliotti, decisamente rifiutò la destra cattolica quale quella che fu espressa da Lefebvre. E la sinistra cattolica interpretava la Teologia della liberazione alla luce di quel che si vedeva qui da noi, per esempio col cattocomunismo di Franco Rodano. In realtà la Teologia della liberazione fu fenomeno ben distinto, e non a caso oggi è rivalutata da papa Francesco, di formazione gesuita e decisamente continuatore degli insegnamenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI».
 
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