(2 ottobre 2014) - E’ passato un anno dalla strage al largo dell’isola di Lampedusa, dove morirono 368 eritrei: persone in cammino, persone in fuga, uomini, donne e bambini che avevano il diritto di essere accompagnati da una situazione di persecuzione e violenza a un luogo di pace, mentre hanno trovato la morte nel ‘nostro mare’. Papa Francesco ci ha fatto giustamente vergognare per essere stati incapaci di accompagnare e accogliere queste persone e famiglie.
A un anno di distanza, alla condivisione del dolore per i familiari che, grazie anche all’iniziativa del Ministero dell’Interno a cui collabora anche la Migrantes, speriamo possano riconoscere tra i morti i propri cari, alla preghiera ecumenica e interreligiosa che si alzerà dalla chiesa e dalla piazza di Lampedusa, presieduta dal card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, con la presenza del Presidente della Migrantes, l’arcivescovo di Agrigento S. E. Mons. Francesco Montenegro, si uniscono alcune preoccupazioni. (In allegato il comunicato completo Migrantes)