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Hans van der Laan rappresenta un caso veramente unico, di persona che ha attivamente studiato l'architettura sul piano storico e teorico, sviluppando una propria teoria e applicandola in modo coerente e sistematico, avendo pieno dominio, sia della materia disciplinare, sia della cultura ecclesiale. Come notano gli Autori del volume, la prima impressione di chi ne osservi le opere è che Van der Laan sia un convinto esponente del movimento razionalista: del resto ha studiato proprio nell'epoca in cui il razionalismo fioriva. Ma la sua opera nasce da profondità che trascendono la semplice impostazione ideologica, ed esprimono un'assoluta originalità di pratica vissuta. Il “razionalismo” di Van der Laan è veramente il moderno stile romanico nel quale non v'è separazione tra struttura e forma architettonica, e lo spazio definito dagli edifici è intessuto di fede praticata, attivamente e intensamente condivisa in un contesto comunitario. Qualcosa che richiama la migliore cultura medievale.
Colpisce, nelle architetture illustrate, quanto la luce contribuisca a sottolineare il significato degli ambienti, generando atmosfere di serenità ascetica. Ma Van der Laan non parla di studi particolari da lui svolti su questo tema specifico, bensì solo dei rapporti geometrici e delle scansioni ritmiche consoni all'abitare dell'essere umano. Per il monaco architetto il rapporto tra essere umano e ambiente costruito è primario, tutto il resto consegue naturalmente.
Il volume consente di comprenderne l'opera, sia grazie all'ampia riproduzione di testi da lui firmati, sia grazie alla contestualizzazione offerta dai saggi critici e dalle schede informative che lo corredano, sia – soprattutto – grazie alla ricchezza di riproduzioni di disegni progettuali, di disegni di studio e di fotografie delle opere realizzate.
 
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