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Battesimo del Signore - 12 Gennaio   versione testuale
G. VEROI – G. TITOTTO, Battesimo di Gesù, Mazzarrone (CT) 2009.<br>Per gentile concessione della Parrocchia S. Giuseppe di Mazzarrone
G. VEROI – G. TITOTTO, Battesimo di Gesù, Mazzarrone (CT) 2009.
Per gentile concessione della Parrocchia S. Giuseppe di Mazzarrone
 
Con la Festa del Battesimo di Gesù si conclude il ciclo delle manifestazioni del Signore iniziato con il Santo Natale. All’inizio del suo ministero pubblico Gesù si fece battezzare da Giovanni nel fiume Giordano. Il battesimo che riceve, affinché si compia ogni giustizia, è un battesimo di penitenza, per la purificazione del cuore e della vita. L’occasione viene colta da Gesù per rivelarsi a Giovanni e al popolo d’Israele nella sua identità messianica. Il popolo di Israele, come riferisce il terzo vangelo, “era in attesa” (3,15). Un’attesa che non poteva più essere contenuta e che il battesimo di Giovanni dichiara già compiuta. Da qui l’invito pressante alla penitenza e l’urgenza della conversione perché è ormai vicino Colui che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (3,16). Eppure presso il Giordano Gesù si manifesta con una straordinaria umiltà. Quell’umiltà che aveva segnato la sua nascita e che avrebbe segnato gli ultimi giorni della sua esistenza terrena, quando nel cenacolo avrebbe lavato i piedi dei suoi discepoli e quando, soprattutto, sarebbe andato incontro all’estrema umiliazione della morte in croce. Gesù si accompagna alla folla di peccatori che vanno da Giovanni per ricevere il battesimo. In lui Dio, “ricco di misericordia”, “lento all’ira e grande nell’amore”, mostra la sua vicinanza nei confronti dei peccatori e degli ultimi della Terra. In lui, sceso nelle acque del Giordano, Dio si china sull’umanità sofferente, umiliata dal peccato, e si fa carico della sua infermità, ne fascia le ferite e cura le piaghe del suo cuore spezzato (cf. Is 61,1). In lui Dio solidarizza con l’uomo e con la sua condizione mortale. Per questo, facendosi battezzare nel Giordano Gesù anticipa simbolicamente la sua passione e la sua morte in croce, subita per noi «mentre eravamo ancora peccatori» (cf. Rm 5,8). Egli, infatti, si è caricato dei peccati dell’uomo perché questi potesse “rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo” (cf. Gv 3,5) e così poter celebrare il suo autentico natale di salvezza. L’acqua «purifica il corpo, e lo Spirito sigilla l’anima. Potremo accostarci a Dio col corpo reso mondo dall’acqua pura e col cuore irrorato dallo Spirito» (Cirillo di Gerusalemme, Le Catechesi Battesimali, III, 3-4). Risalendo dalle acque Gesù «vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza» (Gregorio Nazianzeno, Disc. 39 per il Battesimo del Signore). In Lui, «pieno di grazia e di verità», l’uomo ha ricevuto «grazia su grazia» (Gv 1,14.16) e ha conosciuto finalmente il volto del Padre, poiché «solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo…Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione» (GS 22).
La verità di questo mistero, fatta oggetto delle più diverse e ricche rappresentazioni artistiche, la troviamo espressa in una tela dipinta nel 2009 da Guido Veroi e da una sua collaboratrice. Veroi è stato un artista poliedrico conosciuto soprattutto per alcune sue opere scultoree che ornano anche chiese e importanti basiliche cristiane. Si tratta di una pala raffigurante il Battesimo di Gesù. Questi è posto frontalmente al centro del dipinto, con lo sguardo vigile che fissa l’osservatore. A destra è posto invece San Giovanni che regge una canna con un drappo simile a una lunga fiamma svolazzante dove è scritto: “Ecce Agnus Dei”, intento a versare su Gesù dell’acqua con una conchiglia. Un angelo alla sinistra, per chi osserva, regge un asciugatoio che porge a Gesù, simbolo della sua futura passione. La figura esile di Gesù è immersa nell’acqua del fiume ha le mani giunte perché Egli è il Figlio prediletto nel quale il Padre ha risposto il suo compiacimento (cf. Lc 3,22). Lo Spirito Santo, in forma di colomba, scende su di lui rischiarando l’intera scena, resa con colori vivi, con la sua luce soprannaturale. Dallo Spirito fluisce un “fiume d’acqua viva” (cf. Gv 7,38) che risana e fa germogliare la vita che è più forte della morte. Nel battesimo di Gesù viene perciò manifestato “il grande amore che Dio ci ha dato”, tanto da essere “chiamati figli di Dio” e da esserlo realmente (cf. 1Gv 3,1). Per questa ragione noi «fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro» (1Gv 3,2-3).