Natale del Signore
A. MANTEGNA, Gesù Bambino nella mangiatoia, tempera su pergamena, Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia, 1450, Su concessione del Ministero dei Beni Culturali - Biblioteca Nazionale Marciana.
Colpisce vedere un piccolo dipinto di Andrea Mantegna realizzato su una pergamena del Chronicon di Eusebio, oggi custodita alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Il Chronicon è un’opera in cui è stata sintetizzata la storia dei popoli antichi e una cronologia che da Abramo giunge sino all’editto dell’imperatore Costantino all’inizio del IV sec.; un’opera scritta originariamente in greco e poi tradotta in latino. Proprio la traduzione latina dello scritto ebbe una grande fortuna nel Medioevo. Nel corso del Concilio di Basilea l’opera tradotta fu trasferita a Padova da cui in un secondo momento se ne ricavarono alcune copie. Su una di queste Mantegna, probabilmente agli albori della sua carriera artistica, ha dipinto questo splendido Gesù Bambino, fulvo, avvolto in fasce e deposto in una piccola mangiatoia verosimilmente fatta di vimini e riempita di soffice erba verde. Il dipinto del Mantegna riesce a dire questo grande mistero in maniera davvero unica. È un’opera di piccole dimensioni, ma di grande pregio artistico e valore simbolico. Mostra, infatti, un uso sapiente della luce e delle sfumature di colore, e rende in maniera perfetta i volumi e la prospettiva. La bellezza dell’opera è arricchita dal contesto in cui è stata realizzata. Il messaggio centrale che viene trasmesso è prezioso e profondo: Gesù è l’epicentro della storia universale e la piena realizzazione delle promesse fatte ad Abramo. In lui il tempo si è compiuto e ha trovato risposta l’attesa dei giusti di Israele. Egli è il Figlio di Dio nato a Betlemme di Giudea. Colui che “i cieli e i cieli dei cieli non possono contenere” (cf. 1Re 8,27), è “raccolto” in una mangiatoia. In lui si concentrano l’universo intero e il tempo. S. Agostino ci ha lasciato anche su questo mistero un’intensa riflessione: «Colui che sostiene il mondo intero giaceva in una mangiatoia: era un bambino ed era il Verbo. Il grembo di una sola donna portava colui che i cieli non possono contenere. Maria sorreggeva il nostro re, portava colui nel quale siamo, allattava colui che è il nostro pane. O grande debolezza e mirabile umiltà, nella quale si nascose totalmente la divinità! Sorreggeva con la sua potenza la madre dalla quale dipendeva in quanto bambino, nutriva di verità colei dal cui seno succhiava. Ci riempia dei suoi doni colui che non disdegnò nemmeno di iniziare la vita umana come noi; ci faccia diventare figli di Dio colui che per noi volle diventare figlio dell’uomo» (Disc. 184 sul Natale). La mangiatoria rimanda, dunque, al grembo purissimo di Maria che ha custodito il Figlio di Dio e preannunzia il sepolcro che ne avrebbe custodito il corpo in attesa della risurrezione. Gesù è nato in un tempo ben preciso e in un luogo altrettanto preciso, e con la sua venuta ha ricongiunto il cielo e la terra, il tempo dell’uomo e l’eternità di Dio. La salvezza è entrata nella storia e ha il volto di Cristo. «Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! – scrive S. Leone Magno. Il Figlio di Dio, infatti, giunta la pienezza dei tempi che l’impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo Creatore la natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava. Così alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” ( Lc 2,14). Essi vedono che la celeste Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo» ( Disc. 1 per il Natale, 2). È questa la verità che ha illustrato Mantegna collocando l’immagine di Gesù nella cronaca dei popoli e nella cronologia universale: Cristo, nel quale «è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza a tutti i popoli» ( Tt 2,11), con la sua nascita ha dato un senso nuovo al tempo e alla storia. Per questo l’apostolo Paolo può dichiarare: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» ( Gal 4,4). In una Lettera teologica del Natale del 1939, quando il buio più fitto era sceso sulla Germania di Hitler e quindi sull’intera Europa avviate, ormai, verso il baratro della II a Guerra Mondiale, Dietrich Bonhoeffer scriveva: «La testimonianza del Natale / per tutti gli uomini recita: siete assunti. Guardate la mangiatoia! / Nel corpo del bambinello, nel Figlio di Dio incarnato, / la vostra carne, / tutta la vostra miseria, paura, tentazione, / sì, tutti i vostri peccati sono portati, /perdonati, santificati».
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