Il metodo del "formare simbolico" viene applicato anche allo spazio liturgico interno, marcatamente cristocentrico: l‘impianto dell‘aula è tracciato sulla figura cristologica della croce inscritta, mentre la qualità dello spazio è plasmato sul tema di Cristo-Luce di Vita. Nel cristocentrismo architettonico e teologico di Benedetti il luogo dell‘Eucaristia-Sacrificio assume un ruolo decisivo, una emergenza rispetto agli altri luoghi dellaula (Benedetti 1987-1988): sviluppando l‘indicazione conciliare della riscoperta della mensa come luogo dell‘azione eucaristica, l‘altare viene focalizzato dalla camera di luce ricavata nella torre campanaria raccordata al tiburio. L‘asse luminoso tra torre e mensa diventa il perno del rapporto tra l‘Eucaristia e i fedeli, disposti in modo avvolgente attorno all‘altare. L‘assemblea è avvicinata ai poli liturgici mediante una rotazione di 45° rispetto all‘impianto della croce greca di base, operando una fusione complessiva tra frontalità e diagonalità. Sebbene l‘altare, luogo dell‘azione eucaristica, assuma un ruolo centrale spazialmente e geometricamente, non viene trascurato il luogo della conservazione e dell‘adorazione eucaristica. Separato dalla mensa, il tabernacolo viene progettato come una vera e propria architettura nell‘architettura, rivitalizzando il modello a torre utilizzato nei tabernacoli bassomedievali del centro Europa: il tabernacolo ha laspetto di ‘casa‘ di Dio, che va a costituire il cuore della ‘casa‘ del Popolo di Dio, riproponendo e modulando alla scala micro le stesse geometrie di impianto dell‘edificio. Un medesimo rigore progettuale accomunava il disegno di tabernacolo, ambone e mensa, questultima inoltre impostata su supporti a forma di crismon. La sensibilità liturgica dellimmediato post-concilio ma, soprattutto, la situazione di emergenza economica e pastorale hanno tuttavia portato a una dilazione dei tempi nellaffrontare in modo definitivo il tema del luogo della Parola e del luogo del Battesimo , che solo in tempi recenti sono stati rielaborati nel quadro del ridisegno complessivo dei luoghi delle celebrazione, realizzato nel 2010 su un nuovo progetto che, pur rispettando la logica progettuale del luogo, è stato realizzato con una sensibilità diversa da quella originaria di Benedetti (si veda il paragrafo conclusivo).