La vita della parrocchia e l‘attività della comunità religiosa hanno costituito, nei decenni, un intreccio di relazioni e di iniziative che hanno trovato spazi accoglienti nell‘architettura del complesso. Il cuore dell‘insieme è il sagrato, aperto verso l‘asse viario principale della frazione, attorno a cui si raccolgono la chiesa, il salone parrocchiale, la casa di abitazione della comunità e le opere pastorali [26]. La "dimensione umana" del contesto e del crocicchio di campagna viene prolungata nel cuore del complesso parrocchiale, che non isola la chiesa, ma la integra in una trama di relazioni (Vindigni 1973).
Lo snodo centrale del sagrato è il luogo dell‘incontro, della "gratuità" (secondo le parole del progettista), ossia un pergolato che accoglie e ripara la circolazione tra i diversi spazi, e che crea luoghi di incontro più intimi e protetti, luogo riconoscibile fin dalle fasi iniziali del cantiere; presso il pergolato è anche sistemato uno spazio dedicato al padre spirituale di riferimento per la comunità, il beato Charles de Foucauld . Alle travi sporgenti verso il sagrato sono appese le campane, richiamo per la popolazione circostante [30, 1]. Il progetto iniziale prevedeva anche un patio interno alle opere pastorali, che tuttavia è stato coperto per ricavare uno spazio più ampio a uso di sacrestia e sala riunioni. In sintesi, il progetto non segue solo, in modo scrupoloso, le indicazioni liturgiche e funzionali del Magistero, ma propone un‘interpretazione complessiva del rapporto tra la persona, la comunità e lo spazio: nelle parole del progettista, la modernità della struttura, non gratuita, tenta di offrire uno spazio sacro che propone "non un‘architettura a misura d‘uomo - ed in particolare dell‘uomo di oggi che, perduto l‘ordine dei valori, ha perduto anche il centro di riferimento -, né un‘architettura vagamente sociologica, ma un‘architettura strumento per l‘uomo per trovare la sua misura in Dio, anche attraverso i contenuti della nuova costituzione liturgica" (citato in Ricordo, 1993, p. 409).