L‘impianto "a ventaglio" dell‘assemblea, focalizzata sull‘altare, modella l‘architettura e la struttura della chiesa, con una soluzione che nei primi anni Sessanta è pionieristica, e che solo nel post-concilio si affermerà come "tipo" edilizio. I fedeli sono raccolti sotto un‘unica ampia falda triangolare, innalzata verso il presbiterio e adagiata, "radicata alla terra" (Vindigni 1972), sul lungo muro posto alle spalle dell‘assemblea. Gli schemi avvolgenti presentati nei due concorsi (di Ascoli e Cattolica) sono qui semplificati, grazie a un impianto di grande essenzialità e chiarezza.
Il fuoco del triangolo è costituito dall‘altare, posto al centro della pedana presbiteriale, su cui è sospesa la croce gloriosa. A sinistra, verso la parete "luminosa", è collocato l‘ambone. Entrambi i fuochi liturgici, pur rispettando la logica progettuale dell‘edificio, non sono stati realizzati secondo il disegno originario: l‘ambone avrebbe dovuto protendersi verso l‘assemblea su una pedana a cuneo, quasi a materializzare la "spada" della Parola di Dio (Eb 4, 12), mentre l‘altare era ideato come giustapposizione di due conchiglie in calcestruzzo. Per altare e ambone sono ora utilizzati allestimenti permanenti in legno, che traducono in forme stabili e sobrie la mensa eucaristica e il luogo dell‘annuncio. La sede del celebrante e le panche per i ministranti seguono il profilo triangolare della chiesa. Lo spazio dell‘assemblea eucaristica è pensato come punto di arrivo di un percorso iniziatico: dal portale di ingresso principale si accede infatti al battistero - articolato in uno spazio autonomo ben riconoscibile esternamente come unico elemento di rilievo della bassa facciata -, da cui muove un itinerario lineare, una sorta di nartece, ora commentato dalla via Crucis , che conduce al luogo del perdono e - infine, con una svolta ad angolo retto - all‘aula. Il tema liturgico del percorso iniziatico è, evidentemente, l‘ingresso nella comunità attraverso un percorso di riconciliazione, che si attua nel battesimo e si rinnova con la confessione. La custodia eucaristica è ospitata nella cappella feriale, realizzata sul fianco destro dell‘aula con una forma ellittica a due fuochi: uno per la mensa d‘altare, accanto a cui si colloca il tabernacolo, uno per la Parola. La cappella funge quindi da spazio sia di celebrazione, sia di adorazione eucaristica, sia di meditazione sulle Scritture. L‘essenzialità del programma liturgico si traduce nell‘essenzialità delle strutture architettoniche: l‘ampia falda triangolare che copre l‘assemblea è retta da un sistema di travi in calcestruzzo armato, che si poggiano sul muro del nartece e si innalzano verso il diedro del presbiterio, consentendo alla luce naturale di entrare abbondante tra gli appoggi delle travi, sottolineando la trama strutturale e il suo elevarsi.