La logica stessa dell‘impianto liturgico e funzionale è aperta verso il dinamismo della vita comunitaria, inscritto nel codice genetico dell‘edificio e nel rapporto tra la semplice struttura e l‘articolazione dei suoi spazi.
Dopo la conclusione del cantiere edile, alla luce delle riforme post-conciliari, viene realizzato il presbiterio definitivo, con l‘altare, l‘ambone e la sede del presidente, preceduto da una lunga fase provvisoria (con tavolo in legno) e di sperimentazione "al vero", per verificare la dimensione dell‘altare, l‘ottimale collocazione dell‘ambone, la scelta dei materiali. Il disegno liturgico complessivo non viene tuttavia, nel tempo, completato: l‘ampliamento della sacrestia limita i percorsi perimetrali all‘assemblea, il luogo del battesimo viene avvicinato al presbiterio e nello spazio originariamente destinatogli vengono installati confessionali (sia tradizionali, sia dialogici), dismettendo l‘originario "luogo del perdono" a sinistra dell‘ingresso principale. Il fonte, di disegno e materiali coerenti con la pedana presbiteriale, è collocato su una posizione arretrata rispetto al bema, in prossimità del diedro vetrato sulla sacrestia. Nello spazio destinato al coro, presso la parete incurvata per riflettere le onde sonore, viene installato un grande organo, oggetto di donazione, associato a un allestimento permanente per la disposizione della schola. Le vetrate di padre Costantino Ruggeri hanno rimodulato il flusso luminoso, determinando una nuova cromia dello spazio interno e dei riverberi delle vetrate. Altri più minuti interventi sono stati realizzati discostandosi dallo spirito stesso della coerenza dell‘insieme; ad esempio, il crocifisso sospeso sull‘altare è stato rimosso, ed è ora risistemato sulla parete di fondo della cappella feriale, in attesa di una sua auspicabile ricollocazione. In occasione del 50° dell‘inaugurazione della chiesa, è stata realizzata una nuova acquasantiera presso l‘ingresso principale, predisposta anche per consentire ai bambini di raggiungere da soli l‘acqua benedetta.