All‘interno dell‘isolato trapezoidale, l‘aula liturgica si affaccia verso est, discosta dal filo stradale per consentire un‘ area di sagrato (aperta verso lo scorcio visuale di San Luca, sulla collina) e di parcheggio. Uno spazio di ingresso è ricavato anche verso nord, verso gli edifici adiacenti, secondo una sorta di "accessibilità naturale" dal quartiere (Gresleri 2011). Il portico circonda il perimetro dell‘edificio, connotato dai grandi doccioni per lo scolo dell‘acqua piovana dalla copertura piana.
Nella parte ovest dell‘isolato il progetto prevedeva la costruzione della casa delle opere pastorali e il salone multifunzionale parrocchiale, intervallati da spazi interagenti con l‘intorno, destinati al gioco, ma anche alle funzioni liturgiche all‘aperto, "logica espansione dell‘incrocio di strade presso cui il complesso era stato previsto" (Glauco Gresleri, 1988, p. 46). La forza delle intuizioni iniziali è purtroppo attenuata da alcune soluzioni parziali: mentre la casa parrocchiale viene presto realizzata, con un linguaggio diverso dalla chiesa ma coerente con le scelte formali complessive, il salone parrocchiale sarà costruito solo successivamente, per iniziativa del parroco successore di don Ibedo, discostandosi sostanzialmente dal disegno funzionale ed estetico iniziale e occludendo alcune delle trame urbane lasciate aperte.