Dal punto di vista urbanistico, l‘area di intervento si trova a ovest del centro storico di Bologna, a sud della via Emilia Ponente. Nei primi anni Cinquanta, si trattava di un quartiere di recentissima urbanizzazione e in espansione, con edilizia a blocchi bassi, circondati da verde pertinenziale. Non era previsto l‘addensarsi dell‘edificato su spazi di relazione o di servizio, per cui l‘isolato trapezoidale destinato alla chiesa parrocchiale poteva diventare l‘unico polo di riferimento del quartiere. Il progetto preliminare (1957) definiva la costruzione dell‘aula liturgica, delle opere pastorali e di un salone, disposti su pianta aperta attorno al campanile e agli spazi aperti, predisposti sia per l‘uso religioso, sia per la frequentazione pubblica: una sorta di "isola paraliturgica" visibile e accessibile dai tre lati (Gl. Gresleri 2010, p. 107). Il lotto, inoltre, viene aperto visivamente verso il santuario della madonna di San Luca, sulla collina bolognese, che diventa la referenza a distanza del progetto e che tuttora costituisce riferimento paesaggistico importante per il sagrato.
Il piano originario è realizzato solo in parte: la casa canonica e le opere parrocchiali vengono parzialmente finanziate dalla legge 2522/1952 ma, per una copertura più completa dei costi, queste ultime vengono inizialmente concesse in locazione come scuole elementari. Il salone sarà realizzato in tempi successivi, da altro progettista in difformità dalle intuizioni iniziali. Il contesto urbanistico si è modificato nei decenni, a causa della realizzazione di nuovi complessi edilizi con più consistenti volumetrie.
Il contesto progettuale ed ecclesiale in cui il parroco e il progettista si trovano ad operare è di straordinaria vivacità. Sotto l‘egida del cardinal Lercaro, Bologna dal 1955 diventa il primo laboratorio italiano di integrazione tra architettura e pastorale: l‘attenzione agli aspetti sociali e urbanistici non porta tuttavia a marginalizzare la qualità della ricerca architettonica; la mostra e il primo congresso nazionale di architettura sacra offrono lo scenario più aggiornato e più plurale che si potesse auspicare, e il concorso per la parrocchia di San Vincenzo de Paoli rende operativo nel contesto bolognese il dibattito teorico; esito di tale primo concorso sarà la realizzazione del progetto vincitore di Filippo Monti, mentre secondo e terzo classificato saranno realizzati nelle parrocchie Madonna del Lavoro e Arcoveggio. Glauco Gresleri aveva seguíto, da studente e da neolaureato, la fase istruttoria del congresso e della mostra, affiancandosi al lavoro di Giorgio Trebbi e operando in piena sintonia con Lercaro: dopo aver costruito alcune soluzioni provvisorie per i nuovi centri parrocchiali, è questa la sua prima chiesa, cui seguirà un‘ormai più che cinquantennale attività nell‘ambito dell‘architettura per la liturgia, che porterà alla realizzazione di più di venti chiese.