Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora (2Cr 36,15).
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Gv 3,16).
Il cammino nel deserto ha un carattere esemplare: le crisi, la fame e la sete, sono descritte come atti educativi, «per sapere quello che avevi nel cuore... per farti capire che luomo non vive soltanto di pane, ma che luomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,2-3). Lesortazione divina crea la consapevolezza interiore: «Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te» (Dt 8,5). Anche nellannuncio dei profeti la storia è intesa come un cammino educativo, segnato da conflitti e riconciliazioni, perdite e ritrovamenti, tensioni e incontri (CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 19).