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Un luogo comune, un film sull'integrazione   versione testuale
Toni e Diego Garbini presentano a Sconfinando un video che mostra che siamo già una società multietnica.

(7 luglio 2011) - Sarzana. Un bambino senegalese che elenca gli ingredienti del pesto, una donna del Turkmenistan che ha visto Sanremo. Integrazione e multiculturalità possono essere raggiunte e testimoniate anche attraverso un video.
E' quello che sarà dimostrato domani sera, alle 21.30 e ad ingresso gratuito, nel contesto del festival multiculturale “Sconfinando” a Sarzana, attraverso la proiezione del film documentario “Un luogo comune” di Toni e Diego Garbini. Il film costituisce l’esito del primo segmento, dedicato alla provincia spezzina, di un progetto della Regione, che si offre come un esercizio di multiculturalità e di integrazione sociale e come un contributo ad una rinnovata idea di comunità. Il progetto non è tanto un approfondimento delle problematiche legate all’immigrazione, quanto un esercizio di spostamento di sguardo su una realtà comune, il tentativo di osservare il mondo dalla prospettiva dell’altro, per riscoprire una terra che appartiene a tutti gli uomini. Il titolo del film “Un luogo comune” intende infatti rimarcare il senso letterale della espressione per sottolineare la prospettiva geografica del lavoro e rivendicare un’idea dell’immigrazione non come paura e come spauracchio mediatico, ma come condivisione di compiti e di responsabilità, nella prospettiva della costruzione di una nuova idea di comunità multiculturale.
Il film restituisce una visione multiforme della provincia, la sovrapposizione di storie individuali molto differenziate che compongono una rete complessa di esperienze umane diverse, ma accomunate da un comune spirito di speranza e di fiducia dell’uomo nelle proprie forze e nel rispetto degli altri esseri umani. Moltissime le comunità rappresentate, da quella dominicana a quella albanese, passando per Giappone, Cina, Turkmenistan, Moldavia, Bangladesh, Argentina e molte altre.
La nostra terra appare come uno luogo di antiche origini, a questo proposito è risultata molto interessante la prospettiva offerta dallo scrittore Maurizio Maggiani, che ha consentito di osservare i contemporanei fenomeni migratori alla luce delle antiche vicende che hanno contrapposto i natii liguri apuani alla schiere colonizzatrici formate dalle legioni romane.
Un luogo in cui è necessario impegnarsi per creare nuovi circuiti di sociabilità, per impedire l’erezione di confini materiali e simbolici che determinano l’esclusione e per stimolare la coesistenza della nuove componenti identitarie. “Un luogo comune” è un film per tutti, un film sui contemporanei fenomeni immigratori che stanno prendendo forma di fronte ai nostri occhi, in modo così repentino che non riusciamo ancora a decifrarne i contorni, anche se lo spirito con il quale il lavoro si è svolto è stato quello descritto da Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite in Italia, che appare durante il conferimento di un premio da parte della amministrazione del Comune di Castelnuovo Magra.
Boldrini ribadisce infatti la necessità di rappresentare le questioni migratorie lasciando emergere i lati positivi ed umani, perché oggi troppo spesso queste questioni sono strumentalizzate per alimentare la paura e con la paura legittimare una restrizione dei diritti democratici e lo sviluppo positivo del nostro tessuto sociale. Il progetto è realizzato grazie al contributo della Regione Liguria, settore sicurezza e qualità del lavoro, immigrazione emigrazione e del Comune di Sarzana, assessorato alla cultura e con il sostegno della Prefettura della Spezia, Sopraintendenza dei beni architettonici della Liguria, Comitato solidarietà immigrati, Comune della Spezia, Arcola, Castelnuovo Magra e Arci. (Città della Spezia)