L‘attività di censimento dei musei ecclesiastici rientra nel più ampio progetto, coordinato e sostenuto dall‘Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana di descrizione e valorizzazione dei soggetti conservatori dei beni culturali ecclesiastici disseminati sull‘intero territorio nazionale. Le collezioni eterogenee che a vario titolo concorrono a formare il patrimonio dei musei ecclesiastici (dipinti, sculture, oreficeria, paramenti liturgici, codici) rappresentano un importante documento storico artistico come pure lo strumento di promozione delle attività di evangelizzazione e catechesi attraverso l‘arte. Nella Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa definisce il museo diocesano come il luogo che documenta l‘evolversi della vita culturale e religiosa, oltreché il genio dell‘uomo, al fine di garantire il presente" (Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici, 15 agosto 2001). Tale definizione sintetizza alcune delle peculiarità di questi istituti. Il museo ecclesiastico è innanzi tutto radicato sul territorio. E‘ il naturale deposito per i beni mobili di proprietà ecclesiale che siano stati rimossi dalla loro collocazione originaria. Tale rimozione, sempre da valutare con cautela, è auspicabile ogni volta che il bene sia a rischio sicurezza o conservazione per motivi legati alla preziosità intrinseca o vetustà o perché proveniente da edifici ridotti all‘uso profano o coinvolti in calamità naturali (Intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche, 26 gennaio 2005). Il museo ecclesiastico rappresenta inoltre un centro di coordinamento delle attività conservative, della formazione umana e dell‘evangelizzazione cristiana in un determinato territorio. La sua attività di tutela e valorizzazione si riflette sul territorio a cui afferisce concorrendo ad agevolare la scoperta di testimonianze culturali spesso misconosciute ma anche a preservare beni di grande valore i quali, poiché esposti alla devozione, presentano delicati aspetti di salvaguardia. LAnagrafe degli istituti culturali ecclesiastici (AICE) vuole porsi come strumento di conoscenza di realtà museali note e meno note, come occasione per avviare progetti di recupero culturale delle collezioni e come accesso privilegiato alla conoscenza dei territori diocesani. In tale ottica, lAICE trova naturale integrazione con il Progetto di inventariazione dei beni mobili ecclesiastici (CEIOA) e si avvale dell‘imprescindibile collaborazione dell‘Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI), nata proprio per contribuire alla istituzione, valorizzazione e conservazione dei musei religiosi esistenti in Italia e favorirne le relazioni reciproche concorrendo alla soluzione delle numerose questioni che riguardano queste istituzioni, dalla progettazione, alla gestione, alla salvaguardia della loro specificità.
Link utili
UNBCE, Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici
CEI-OA, Progetto inventario beni storici e artistici della CEI AMEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani MIBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali