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Direttore: Maffeis Don Ivan
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ASSEMBLEA GENERALE DELLA CEI
Comunicazione e Missione
Direttorio sulle Comunicazioni Sociali nella Missione della Chiesa
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita […] noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. (1Gv 1,1-4)
La comunicazione del Vangelo oggi, per una Chiesa chiamata a configurarsi alla Trinità seguendo il Verbo incarnato, comunicatore e rivelatore del Padre, richiede una particolare attenzione ai cambiamenti generati dai meravigliosi strumenti della comunicazione sociale. Per evangelizzare ed esercitare il suo ruolo profetico la comunità ecclesiale deve comprendere e dialogare con la nuova cultura generata dalla crescente diffusione dei media. E un dovere e una opportunità per la Chiesa saper rispondere con coraggio alle nuove istanze culturali lasciandosi interpellare dai cambiamenti e nello stesso tempo offrendo il suo contributo per il bene e la salvezza dell’umanità. In ogni circostanza e in ogni tempo la Chiesa non è mai venuta meno alla sua missione: comunicare il Verbo della vita, ascoltato, contemplato, toccato e annunciato. La Chiesa, testimone sin dalle origini delle parole e dei gesti con cui Gesù ha redento l’umanità, esiste per comunicare agli uomini di ogni tempo questa buona notizia. Se non si impegnasse con tutte le sue forze nel comunicare ciò che il Signore le ha affidato verrebbe meno alla sua missione. Il mandato di comunicare il Vangelo scaturisce dalla sua identità e oggi è reso ancora più urgente dal nuovo contesto mediatico che caratterizza il nostro tempo. La Chiesa in Italia negli ultimi anni ha posto una rinnovata attenzione al ruolo che la comunicazione sociale gioca nella cultura, nella vita sociale del Paese e nella sua stessa missione. Il mondo dei media è divenuto un ambiente in cui l’uomo d’oggi vive, interagisce; è come un “nuovo areopago” dove si esprimono pubblicamente i pensieri, dove si scambiano le idee, vengono fatte circolare le notizie e le informazioni d’ogni genere. Ci troviamo di fronte a una nuova grande sfida culturale con cui deve misurarsi il genio missionario della Chiesa (cf Redemptoris missio, 37). Facendoci interpreti di un’esigenza diffusa e di una urgenza pastorale, noi Vescovi italiani poniamo nelle mani delle nostre comunità il Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa. “Comunicazione e missione” è un documento che nell’ottica del progetto culturale cristianamente ispirato, riprende le numerose indicazioni emerse in questi anni, a partire dal Convegno Ecclesiale di Palermo (1995), e poi nella 42a Assemblea Generale di Collevalenza (novembre 1996), ribadite e approfondite in più occasioni, fino agli orientamenti pastorali per il decennio 2001-2010, che hanno posto a tema “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Il Direttorio rappresenta una concreta e specifica attuazione di quanto auspicato negli orientamenti pastorali che richiamano e ribadiscono l’importanza di innestare la comunicazione sociale nell’azione missionaria della Chiesa e di dare piena attuazione agli impegni assunti fino ad oggi: «La comunione ecclesiale e la missione evangelizzatrice della Chiesa trovano inoltre nei media un campo privilegiato di espressione. Dal Concilio ad oggi, la Chiesa ha preso ancor più coscienza di quanto sia importante coniugare tutti gli ambiti della vita ecclesiale con questa nuova realtà culturale e sociale. Le iniziative avviate in questi anni dalla Chiesa in Italia per raccordare e promuovere la comunicazione in campo ecclesiale e per rendere più incisiva la presenza della Chiesa nei media dovranno trovare in questo decennio un’ulteriore realizzazione nel quadro di un’organica pastorale delle comunicazioni sociali e nella prospettiva del progetto culturale» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 39). Con il Direttorio si intende proporre alla comunità ecclesiale italiana un quadro strutturato dei contenuti e delle prospettive da cui partire per realizzare una pastorale che consideri le comunicazioni sociali non come un suo settore, ma come una sua dimensione essenziale. L’attuazione di una pastorale organica e integrata, che assuma pienamente le opportunità e le sfide della comunicazione sociale, esige un forte impegno educativo e una coerente azione pastorale supportata da competenze e da strumenti adeguati. Le due parti del Direttorio offrono sia i fondamenti sia le indicazioni operative per una svolta nella mentalità e nell’impegno di tutti i cristiani, ciascuno secondo i propri doni e le specifiche responsabilità, affinché l’inculturazione del Vangelo dentro i linguaggi mediatici renda i media stessi sempre più capaci di trasmettere e di lasciar trasparire il messaggio evangelico. Destinatari del documento sono tutti i membri della comunità ecclesiale, i responsabili della pastorale, gli operatori in genere e in particolare quelli per le comunicazioni sociali e la cultura; chi gestisce i vari media cattolici e opera in essi; i professionisti del settore; tutti coloro che sono responsabili della formazione perché collochino la loro missione educativa nella nuova prospettiva culturale generata dai media. Il Direttorio intende aiutare le comunità ecclesiali a prendere coscienza del ruolo dei media nella nostra società; far maturare una competenza relativa alla conoscenza, al giudizio, alla utilizzazione dei media per la missione della Chiesa; sviluppare alcune idee circa i punti nevralgici della pastorale delle comunicazioni sociali (comprensione dei media come cultura e non solo come mezzi, ecc.); offrire una piattaforma comune per i piani pastorali che ciascuna diocesi è chiamata a realizzare. Il Direttorio intende costituire anche una piattaforma unitaria per i media ecclesiali, gli organismi e le iniziative nel campo delle comunicazioni sociali, per i professionisti cattolici che operano nelle strutture pubbliche e private della comunicazione sociale. Questo strumento potrà risultare quanto mai utile, quindi, sia per favorire un maggiore raccordo tra i media sia per sviluppare una pastorale organica ben supportata da organismi e strutture come gli uffici diocesani e regionali delle comunicazioni sociali, le associazioni del settore e i centri formativi, in modo particolare i seminari e le facoltà teologiche. Seguendo le indicazioni del documento si coltiveranno, quali imprescindibili impegni della comunità ecclesiale, la formazione e la promozione di nuove figure di animatori nel campo della comunicazione e della cultura.
Camillo Card. Ruini Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

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