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Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
Commento a cura del PCCS al Messaggio del Santo Padre per la 38ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
23 maggio 2004
“I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”
«I mezzi di comunicazione sociale ogni giorno vengono accolti come ospiti abituali in molte case e famiglie. In questa Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, incoraggio sia i responsabili della comunicazione sia le famiglie a riconoscere questo privilegio unico come pure la responsabilità che esso comporta». (Giovanni Paolo II, Messaggio in occasione della 38ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).
Una delle parole chiave del Messaggio di quest'anno è la «responsabilità». Il Papa usa questo termine, che molto importante in un clima sociale di libertà, e lo applica all'affascinante mondo dei mezzi di comunicazione sociale nel loro rapporto con la famiglia. I mezzi di comunicazione offrono eccellenti opportunità i per lo sviluppo umano e per la conoscenza, ma per questo è necessaria un'attiva partecipazione di tutti.
Il Messaggio si riferisce ai mezzi di comunicazione «come autentici custodi e amministratori di un immenso potere spirituale che appartiene al patrimonio dell'umanità ed è inteso ad arricchire l'intera comunità umana», e alla famiglia, come «comunità di vita e di amore» dove i piccoli imparano l'operosità e i valori basilari, molti dei quali rimarranno impressi in loro per tutta la vita. Il Messaggio è rivolto a tutti, agli operatori delle comunicazioni, alle autorità pubbliche e ai genitori, affinché si assumano la responsabilità che compete loro nella costruzione della società e nell'educazione dei bambini.
Tale responsabilità non significa lasciarsi andare alle cose più facili o a ciò che sembra più semplice, come ad esempio ai meccanismi ciechi del mercato, ignorando gli effetti sociali di una comunicazione distorta e lasciando i bambini soli davanti allo schermo. Il Papa invita a non cedere dinanzi all'inerzia delle cose, ma a lavorare sul modello della persona, della famiglia, della società, che si sta potenziando attraverso i mezzi di comunicazione. «La statura morale delle persone cresce o si riduce a secondo delle parole che esse pronunciano e dei messaggi che decidono di ascoltare».
Gli operatori delle comunicazioni vengono esortati a non rimanere intrappolati nei limitati criteri del lucro: «non è tanto facile resistere alle pressioni commerciali o alle esigenze di conformarsi alle ideologie secolari, ma è proprio ciò che gli operatori responsabili devono fare».
Il Papa ricorda alle autorità pubbliche che esse hanno il difficile compito di sostenere la cellula fondamentale della società: «senza ricorrere alla censura, è fondamentale che le autorità pubbliche attuino delle politiche e delle procedure di regolamentazione per assicurare che i mezzi di comunicazione sociale non agiscano contro il bene della famiglia». Afferma, inoltre, che i genitori devono essere «i primi a formare i loro figli nell'uso moderato, critico, vigile e prudente dei mezzi di comunicazione» dinanzi a una serie infinita di messaggi contraddittori e opposti alla sana gerarchia dei valori. Poiché il nucleo familiare è spesso esposto a simili sfide, il Messaggio invita le famiglie ad unirsi tra loro per studiare e discutere i problemi e le opportunità che presenta l'uso dei mezzi di comunicazione, nonché ad organizzarsi per manifestare socialmente ciò che desiderano ricevere da questi mezzi.
I mezzi di comunicazione possono essere un'ottima fonte di sostegno, di stimolo e d'ispirazione affinché le famiglie siano vere comunità di vita e d'amore. Essi possono promuovere una cultura di solidarietà, di libertà e di pace, ma ciò presuppone un serio impegno da parte di tutta la società.