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Messaggio sull'insegnamento della Religione Cattolica per l'anno scolastico 2001/02


Il termine per le iscrizioni allŽanno scolastico 2001–02, fissato per il 25 gennaio prossimo, è occasione per ribadire le responsabilità che tutti, docenti, genitori e studenti, hanno nei confronti della scuola, anche per quanto riguarda la scelta di avvalersi o meno dellŽinsegnamento della religione cattolica. 

1. La scelta per lŽinsegnamento della religione cattolica deve trovare attenta la comunità ecclesiale, consapevole dellŽimportanza della scuola e del suo compito di servizio educativo ad ogni persona, perché anche attraverso questa scelta viene costruita la proposta formativa delle giovani generazioni. E un appuntamento che, sebbene consueto, assume un particolare significato per il fatto che il prossimo anno scolastico vedrà lŽavvio della riforma dei cicli dellŽistruzione.
La riforma dei cicli si presenta "finalizzata alla crescita e alla valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dellŽetà evolutiva, delle differenze e dellŽidentità di ciascuno, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori". Non deve pertanto dimenticare lŽoriginale apporto educativo che lŽinsegnamento della religione cattolica, nel rispetto delle scelte di ciascuno, può offrire a tutta la scuola e agli alunni delle diverse età.

2. Certo non da solo. Infatti, mentre è in atto una attenta riflessione dei Vescovi italiani per predisporre, secondo la loro competenza, i nuovi programmi di religione cattolica, va richiesto che anche altre discipline sappiano adeguatamente assumere la dimensione religiosa presente nella cultura di ogni popolo, e del popolo italiano in particolare. La religione, quella cattolica nel nostro contesto italiano ed europeo, come matrice di cultura e come esperienza di vita, nonché come fattore di socializzazione e di trasmissione di un patrimonio storico, è capace di rispondere alle fondamentali domande di significato offrendo, insieme alla consapevolezza delle proprie radici, il rispetto di quelle altrui. Nel recente messaggio per la giornata della pace, il Papa ha richiamato a tutti la responsabilità dellŽeducazione "per coniugare lŽattenzione alla propria identità con la comprensione degli altri ed il rispetto della diversità".
Ciò che si deve temere è lŽignoranza religiosa da cui possono facilmente nascere integralismi e superficialità. Per questo abbiamo accolto con soddisfazione la recente decisione della giurisprudenza che ha affermato come lŽinsegnamento della religione cattolica concorra, insieme con le altre discipline, alla valutazione dellŽalunno nel nuovo esame di stato.

3. Per questi motivi raccomandiamo a tutti voi, studenti e famiglie, lŽadesione allŽora di religione. Rivolgiamo questo appello in modo particolare a voi studenti delle scuole superiori, chiamati a decidere personalmente, con una delle prime espressioni della vostra responsabilità. Superate la facile tentazione del disimpegno.
Da parte nostra stiamo curando la preparazione di programmi che – sulla base della sperimentazione nazionale che ha coinvolto in modo diretto per due anni docenti, alunni, genitori e dirigenti scolastici – meglio assumano le vostre domande, per offrire risposte vere, non superficiali, ricche di valori spirituali e morali, in un fruttuoso confronto con le altre discipline. Ai docenti di religione, ai quali esprimiamo viva gratitudine, assicuriamo il nostro impegno sui vari problemi che attendono una soluzione, in particolare per il loro stato giuridico. Auspichiamo che si giunga ad una sollecita definizione dellŽatteso provvedimento, purché non si esigano oggi dai docenti in servizio da molti anni titoli ingiustificati. A tutti, docenti, famiglie e studenti, che ricordiamo al Signore con affetto, va il nostro incoraggiamento, certi che lŽinsegnamento della religione cattolica continuerà ad essere apprezzato quale contributo prezioso e irrinunciabile per accompagnare il cammino della persona verso la maturità e aiutarla a familiarizzarsi con valori e conoscenze che sono un patrimonio di fede edi civiltà per tutti.

Roma, 16 gennaio 2001

PRESIDENZA DELLA CEI