Giornata Nazionale delle Migrazioni - 20 novembre 1977
AI CONFRATELLI NELL´EPISCOPATO
E ALLE LORO COMUNITÀ DIOCESANE
L´insegnamento ultimo e massimo datoci dal nostro Maestro e Signore Gesù è stato quello dell´amore, un amore di donazione e di rinuncia simile al Suo che ha dato la vita per noi (cfr. Gv 15, 13). La pratica di questo insegnamento è stata da Lui stesso definita «segno distintivo» dei cristiani (cfr. Gv 13, 35) e riferimento per l´esame ultimo della nostra vita (cfr. Mt 25, 31-46). In questo spirito si sono mossi, nel nostro continente, i grandi evangelizzatori e rinnovatori della vita cristiana. E le popolazioni trovarono nel contatto tra la propria tradizione e il messaggio cristiano la migliore affermazione dei loro valori. Basti ricordare, tra i tanti, il grande patriarca dell´Occidente San Benedetto da Norcia, che un i popoli nuovi del nord e quelli del sud e insegnò ai suoi figli e seguaci la pratica della feconda regola: «preghiera e lavoro».
Nei nostri tempi, in situazioni sociali e politiche ben diverse, abbiamo esperimentato da una parte il movimento, finora sostanzialmente forzato, di migliaia di persone, disperse dalla divisione fratricida o dall´egoismo collettivo e individuale e, dall´altra, la fame di una migliore giustizia e la ricerca ansiosa di ideali validi per un impegno di vita.
Le esperienze del passato e le speranze per l´avvenire concorrono a configurare una società in cui, bandita definitivamente ogni guerra, si abbia una convivenza pacifica e feconda di popoli. Il dibattito sulla identità e la vocazione dell´Europa si fa in questo senso più serrato e impegnativo. Esso non ci deve trovare estranei: già dai primi secoli fu detto: «Ciò che l´anima è nel corpo, sono i cristiani in questo mondo» (Lettera a Diogneto).
Dopo la lettera su «le responsabilità dell´Europa», sottoscritta nel luglio scorso dalle Conferenze Episcopali di 15 paesi, riteniamo provvidenziale e opportuno che l´Ufficio per l´Emigrazione riprenda il tema e inviti innanzitutto le comunità ecclesiali e, attraverso queste, anche gli organismi civili e la intera comunità nazionale, a riflettere e a impegnarsi nel settore delle migrazioni, nel quale l´assuefazione di molti è spesso pari al disimpegno.
Si tratta, in definitiva, di fare una scelta a favore dell´uomo, in modo che organizzazione ed economia si pongano al suo servizio.
E´ questo il senso più vero del tema della «Giornata Nazionale delle Migrazioni» di quest´anno, che presenta gli emigrati come «costruttori d´Europa»: il contributo umano di lavoro e di sacrificio, di dignità e di attaccamento alla famiglia, di disponibilità e di accettazione degli altri, dato da milioni di nostri fratelli in tutto il mondo e particolarmente nell´Europa che va formandosi, è davvero grande, va tenuto in doverosa considerazione e merita la riconoscenza di tutti.
Nella domenica 20 novembre si rifletta, quindi, e si preghi perché l´Europa in divenire sia una Europa dell´uomo e per l´uomo, ma dell´uomo integrale, così come ce lo presentano la Rivelazione divina e la tradizione cristiana.
Gli attuali oltre 5 milioni di emigrati italiani, di cui due e mezzo in Europa, attendono da noi questa solidarietà.
San Benedetto, patrono d´Europa, avvalori questo nostro proposito, mentre di cuore tutti salutiamo e benediciamo.