Il presente «Messaggio», letto allŽAssemblea nella sessione di lavoro del mattino del 23 settembre 1983, è stato approvato dai Vescovi ed è stato diramato alla stampa il giorno successivo.
Al termine dellŽAssemblea «Straordinaria», che ci ha riuniti a Roma per provvedere agli adempimenti richiesti dallŽimminente entrata in vigore del nuovo Codice di Diritto Canonico, rivolgiamo alle nostre Chiese locali e al Paese un saluto affettuoso, segno di comunione, di servizio e di speranza.
1. - In questa occasione, come Conferenza Episcopale, abbiamo avviato lŽesercizio della funzione legislativa che ci viene affidata a nonna del nuovo Codice. LŽadempimento di un tale compito non è stato un puro atto formale: abbiamo cercato di assolverlo con spirito di umiltà, ma anche con forte speranza, guardando avanti.
Il nostro pensiero era costantemente rivolto alle nostre diocesi: ai presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, famiglie, laici che le animano; alla diversità delle situazioni ecclesiali che le caratterizzano, e ai problemi del contesto sociale, che fa emergere, soprattutto in questa stagione, i gravi e non risolti nodi del lavoro, della scuola, della famiglia e delle situazioni più dure della vita del Paese.
2. - Momento forte di questa nostra profonda esperienza spirituale è stata la visita che il Santo Padre, con paterna attenzione per il nostro ministero, ha fatto allAssemblea. Al termine dellŽincontro, Egli ha espressamente voluto che tutti insieme impartissimo la benedizione allŽintero Paese. Portiamo così a tutti il conforto del dono personale del Papa.
Al Santo Padre va il nostro pensiero riconoscente, soprattutto nellŽimminente ricorrenza del XXV anniversario della Sua Ordinazione episcopale. Siamo sicuri che in questa circostanza tutte le comunità cristiane in Italia eleveranno a Dio per lui una nuova concorde preghiera, ispirata al profondo affetto cristiano. E ciò come ulteriore segno della nostra viva comunione con il Papa e come conforto per il suo zelo apostolico, mentre non mancano incomprensioni, anche faziose, per la sua missione.
3. - Riteniamo che ci sia un segno dello nostra devozione capace di rispondere al desiderio più vivo del Papa e al suo alto ministero: accogliere e vivere, a Roma e nelle nostre Chiese locali, il dono della riconciliazione in questo nuovo intenso scorcio dellAnno Santo. Riproponiamo, perciò, con il Pastore universale, la parola di Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). È questo il mondo migliore anche per metterci in sintonia con il prossimo Sinodo dei Vescovi, che ha per tema: «La riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa». Con la preghiera e con la partecipazione, tutte le nostre Chiese, sante e sempre bisognose di purificazione, si dispongano a sperimentare, nel sacramento e nella vita, la gioia del perdono di Dio.
4. - In questi giorni abbiamo provveduto a determinare, per quanto di nostra competenza, orientamenti e norme del nuovo Codice di Diritto Canonico. Il Codice rappresenta un chiaro punto di arrivo del cammino del Concilio Vaticano II e consente di creare nuove condizioni di ordine, affinché il primato dellŽamore, della grazia e dei carismi possa diventare prassi comune e costume ecclesiale.
Il nuovo Codice - afferma Giovanni Paolo II - può intendersi come un grande sforzo di tradurre in linguaggio canonistico la ecclesiologia conciliare (cfr. Costituzione Apostolica Sacrae Disciplinae leges, 25 gennaio 1983). È perciò destinato a tutta la Chiesa: a noi pastori, ai presbiteri, ai laici e a tutte le componenti del popolo di Dio. È un libro da prendere in mano, per conoscerlo e farlo conoscere, per coglierne la intenzione profonda e per attuarne le disposizioni. È un indubbio stimolo e sostegno per lŽazione pastorale di tutte le nostre Chiese negli ambiti della evangelizzazione e della catechesi, dellŽazione liturgica e sacramentale, dellŽesercizio della carità.
5 - È soprattutto a voi sacerdoti, necessari collaboratori del nostro ministero, che in questi giorni abbiamo rivolto la nostra attenzione. Con voi desideriamo stringere vincoli sempre più stretti di autentica comunione, sicuri di poter contare sul vostro ministero per quellŽopera di continuo e necessario aggiornamento che il Concilio domanda e il mondo attende.
Noi per primi abbiamo cercato di lasciarci condurre da questa rinnovata pedagogia della Chiesa e, in questo orizzonte, abbiamo ritenuto di dover prendere alcune decisioni per lŽordinato sviluppo della vita della Chiesa che è in Italia.
Abbiamo potuto rinsaldare i nostri vincoli collegiali con delibere che hanno avuto un consenso assai significativo, possiamo dire unanime. Confidiamo così di poter proporre a tutti nuovi strumenti di comunione ecclesiale e di autentico rinnovamento pastorale, avendo sempre grande riguardo per i diversi ministeri e i diversi carismi, per i presbiteri in modo particolare.
6. - Non per far da padroni sulla vostra fede - diremo con San Paolo - ma per collaborare alla vostra gioia ci siamo raccolti in questa Assemblea. Ci ha sorretti e guidati questa profonda convinzione: la vera comunione, quella che salva, passa attraverso la fede in Dio e nel Signore nostro Gesù Cristo, e si prolunga nella realtà della Chiesa, ad un tempo comunità e mistero di comunione nella fede, nei sacramenti e nella disciplina.
La parola «disciplina» potrebbe suonare dura allŽorecchio di molti. Essa comporta convinta adesione dei fedeli alle norme della Chiesa e alle direttive dei pastori. Comporta, cioè, niente altro che questo: desiderio di stare assieme come «convocazione di Dio» e volontà di organizzare i nostri rapporti così da renderli segno dellŽunione profonda che ci lega a Cristo Signore e germe di unità e di speranza per il mondo.
A Maria santissima, con rinnovata devozione, offriamo ora le nostre intenzioni e i nostri progetti.
Roma, 24 settembre 1983.