Con lettera n. 22372/82 del 28 dicembre 1982 il Pontificio Consiglio « Cor Unum » trasmetteva ai Presidenti delle Conferenze Episcopali il testo del seguente Messaggio.
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
« Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune, chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno » (At 2,44-45).
Queste parole di San Luca suscitano una grande eco nel mio cuore, nel momento in cui ci avviamo a celebrare nuovamente il periodo liturgico della Quaresima: settimane preziosamente offerte dalla Chiesa a tutti i cristiani, per aiutarli a riflettere sulla loro identità profonda di figli del Padre celeste e di fratelli di tutti gli uomini, e a ritrovare un nuovo slancio di condivisione concreta e generosa, poiché Dio stesso ci ha chiamati a fondare le nostre vite sulla Carità.
Le nostre relazioni col prossimo sono dunque capitali. E quando parlo del « prossimo », intendo evidentemente coloro che vivono al nostro fianco, nella famiglia, nel quartiere, nel villaggio, nella città. Ma si tratta parimenti di coloro che noi ritroviamo al lavoro, di coloro che soffrono, sono malati, conoscono la solitudine, sono veramente poveri. Il mio prossimo è pure costituito da tutti coloro che sono geograficamente assai lontani, o esiliati dalla loro patria, senza lavoro, senza nutrimento e senza indumenti, e spesso senza libertà. Il mio prossimo sono tutti questi sventurati, completamente rovinati o quasi da catastrofi imprevedibili e drammatiche, che li hanno gettati nella miseria fisica e morale, e assai spesso nella tristezza d´aver perso gli esseri più cari.
La Quaresima è veramente un appello pressante del Signore al rinnovamento interiore, personale e comunitario, nella preghiera e nel ritorno ai sacramenti, ma ugualmente in una manifestazione di carità, attraverso sacrifici personali e collettivi di tempo, denaro e beni di ogni genere, al fine di sovvenire ai bisogni e ai disagi dei nostri fratelli nel mondo. La condivisione è un dovere al quale nessun uomo di buona volontà, e soprattutto i discepoli di Cristo, possono sottrarsi. Le forme della condivisione possono essere molteplici: dal volontariato, dove si offrono dei servizi con una spontaneità degna del Vangelo, fino alle offerte generose ed anche ripetute, derivate dal nostro superfluo e a volte dal nostro necessario, fino al lavoro offerto al disoccupato o a colui che è sul punto di perdere ogni speranza.
Infine, questa Quaresima dell´anno 1983 sarà una grazia straordinaria, poiché coinciderà con l´apertura dell’Anno Santo della Redenzione, suscettibile di stimolare in profondità la vita dei cristiani, affinché essa corrisponda ancor meglio alla vocazione divina che loro appartiene: divenire figli di Dio e veri fratelli universali, alla maniera di Cristo.
Il giorno dell´inaugurazione solenne del mio pontificato, dicevo: « Spalancate le vostre porte a Cristo! ». E oggi vi dico: Aprite largamente le vostre mani per dare veramente tutto ciò che voi potete ai vostri fratelli nel bisogno! Non abbiate paura! Siate, tutti e ciascuno, gli artigiani nuovi ed infaticabili della Carità di Cristo!