DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENZA
La Presidenza della C.E.I., a un anno dalla firma dellŽIntesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana, relativa allŽapplicazione del Concordato circa lŽinsegnamento della religione cattolica, ha preso in esame la situazione che è in atto nelle scuole e nel Paese.
La nuova normativa ha comportato alcune difficoltà, del resto prevedibili, alle quali nella maggior parte dei casi i responsabili della scuola hanno fatto fronte con impegno e intelligenza. La Presidenza della C.E.I. ringrazia perciò autorità scolastiche, genitori, alunni, insegnanti &di religione che si sono adoperati perché fosse garantito lŽeffettivo diritto di avvalersi o di non avvalersi dellŽinsegnamento della religione cattolica.
La Presidenza non può tuttavia non valutare con preoccupazione il clima di tensione, soprattutto a livello politico, che viene suscitato nella scuola e nellŽopinione pubblica, creando confusione e divisione.
Fino ad oggi i Vescovi di fronte alle polemiche hanno preferito mantenersi in un discreto riserbo. Hanno richiesto un impegno educativo e scolastico serio e corretto da parte di tutti, perché fossero salvaguardati la libertà religiosa, le scelte liberamente ma anche largamente espresse dai genitori e dai giovani, lŽordinato svolgimento della vita scolastica e il suo compito formativo.
Di fronte al perdurare delle contestazioni e allŽacuirsi delle tensioni la Presidenza della C.E.I. reputa suo dovere far conoscere alle famiglie, ai giovani, agli organismi della scuola, alle Forze politiche e sociali il suo pensiero e il suo giudizio.
La Chiesa italiana, accogliendo gli Accordi di revisione del Concordato tra lo Stato e la Santa Sede si è impegnata a onorare, senza riserve e fino in fondo, tali accordi, approvati dal Parlamento della Repubblica, e continuerà a farlo con volontà di sincera collaborazione.
Analogo impegno essa ha assunto nei confronti dellIntesa del 14-12-1985, per tutto quanto concerne i suoi adempimenti, chiaramente precisati e definiti.
Conseguentemente la Conferenza Episcopale ha curato lŽelaborazione dei nuovi programmi dellŽinsegnamento della religione cattolica, che saranno presto sottoposti allŽesame dellŽAutorità scolastica, mentre per la scuola materna i relativi orientamenti sono già stati approvati con D.P.R. n. 539 del 24 giugno 1986. Ha promosso lŽistituzione e il funzionamento degli Istituti di Scienze Religiose, per la formazione qualificata degli insegnanti di religione. Si è impegnata inoltre a far sì che si instaurasse un rapporto di comprensione e di collaborazione tra le Autorità scolastiche locali e quelle diocesane.
Le difficoltà che sono sopraggiunte nellŽapplicazione di alcune norme contenute nellIntesa risalgono a cause di organizzazione scolastica di competenza dello Stato, in particolare riguardo alle attività previste per i non avvalentisi dellŽinsegnamento di religione cattolica. In ogni caso i Vescovi ritengono che a tali attività vada assicurata piena dignità culturale e formativa.
Ora, in presenza di palesi pressioni per rivedere lŽIntesa, la C.E.I. si dichiara disponibile a verificarne, nei tempi e nei modi previsti dalla Intesa stessa, con spirito comprensivo, le difficoltà di attuazione. Ma dichiara altresì che non è affatto disponibile a rimettere in discussione punti che sono irrinunciabili, perché strettamente connessi e conseguenti allŽAccordo concordatario.
Tra essi in particolare:
- lŽinsegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado (materna, elementare, secondaria) assicurato nel quadro delle finalità (della scuola (cfr. art. 9.2 dellAccordo di revisione del Concordato, Intesa nn. 2.2, 2.3, 2.4);
- « lŽinsegnamento della religione cattolica impartito nel quadro delle finalità della scuola, deve avere dignità formativa e culturale pari a quella delle altre discipline » (n. 4, la);
- « il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dellŽinsegnamento della religione cattolica, assicurato dallo Stato, non deve determinare alcuna forma di discriminazione, neppure in relazione ai criteri per la formazione delle classi, alla durata dellŽorario scolastico giornaliero e alla collocazione di detto insegnamento nel quadro orario delle lezioni » (n. 2, 1 a);
- « la collocazione oraria di tali lezioni è effettuata dal Capo di Istituto sulla base delle proposte del collegio dei docenti, secondo il normale criterio di equilibrata distribuzione delle diverse discipline nella giornata e nella settimana, nellŽambito della scuola e per ciascuna classe » (n. 272);
- « gli insegnanti incaricati di religione cattolica fanno parte della componente docente e degli organi scolastici con agli stessi diritti e doveri degli altri insegnanti » (n. 2, 7a).
La rinuncia su questi punti comporterebbe automaticamente una forma di discriminazione dellŽinsegnamento della religione cattolica nei confronti delle altre discipline, con riflessi incompatibili con il quadro concordatario, mortificanti e negativi nei confronti dei genitori e alunni che intendono avvalersi dellŽinsegnamento della religione cattolica.
Se non si stabilirà un clima sereno di impegno costruttivo, si corre il serio rischio di compromettere valori fondamentali garantiti dalla Costituzione della Repubblica, che sono alla base della convivenza democratica del Paese: il diritto alla libertà religiosa, il diritto dei genitori e dei giovani che intendono avvalersi dellŽinsegnamento della religione cattolica, il rispetto delle norme liberamente pattuite, la collaborazione tra Stato e Chiesa per la « promozione dellŽuomo e il bene del Paese » (art. 1 del Concordato).
Le famiglie e i giovani che hanno apprezzato, in così grande numero, il valore formativo e culturale dellinsegnamento della religione cattolica, non mancheranno di valutare la situazione e i suoi sviluppi e saranno in grado di esprimere, nelle forme e modi propri della vita democratica, il loro giudizio.
I Vescovi chiedono e attendono con fiducia che prevalga da parte di tutti quel doveroso impegno di responsabilità e intesa per il quale essi hanno sempre operato in tutte le sedi e che ha caratterizzato lŽAccordo concordatario e la sua ampia approvazione parlamentare. La scuola ha oggi bisogno di un tale impegno per affrontare serenamente i suoi complessi problemi: ne sentono forte necessità le nuove generazioni, lo esige il nostro popolo.
Roma, 17 dicembre 1986