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IX Giornata per la Vita - 1 febbraio 1987


MESSAGGIO DELLA COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL LAICATO E LA FAMIGLIA
 
QUALE PACE SE NON SALVIAMO OGNI VITA?
 
1. - Nel nome di Cristo e con sincera fraternità, ci rivolgiamo a tutti gli uomini e donne del nostro Paese. Vogliamo dar voce al bisogno e alla speranza di pace, che, sia pure in modi diversi, stanno dentro le esperienze liete e sofferte dell´esistenza di ogni persona, delle nostre famiglie e di tutta la comunità umana. La pace in noi e tra noi è il bene al quale non posiamo rinunciare.
Ma quale pace, se non salviamo ogni vita?
2. - E´ certamente segno chiaro di progresso l´impegno sempre crescente di uomini, nazioni e confessioni religiose per costruire la pace. Ma questa non viene distrutta soltanto sulle frontiere della guerra e degli attentati, è anche tradita là dove, legalmente o di nascosto, si uccide senza armi e con l´apparenza di un diritto o della pietà. Sopprimere con l´aborto la vita che nasce o volerne la conclusione con l´eutanasia non è in contraddizione con la condanna della guerra?
I fatti di ogni giorno insegnano che non ci si salva dalla violenza, se consentiamo a volerla quando ci sembra utile. Perché se il diritto a negare la vita è affidato all´arbitrio, ci saranno sempre dei pretesti contro la pace.
E, allora, quale pace, se non scegliamo insieme di difendere e promuovere ogni vita e tutta la vita, dal primo sorgere fino al suo naturale tramonto?
E´ una domanda amica e fiduciosa, sulla quale è onesto farsi pensosi. Tutti: credenti e non credenti, giovani e adulti, medici e scienziati, politici e responsabili delle istituzioni civili, delle leggi e degli strumenti della comunicazione sociale. E´ una domanda che fa eco alla parola stessa di Dio: « non provocate la morte, con gli errori della vostra vita! » (Sapienza 1, 12).
3. - « La pace è un cantiere - ci ricordava il Papa ad Assisi - aperto a tutti e non soltanto agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita quotidiana. A seconda del loro modo quotidiano di vivere con gli altri, gli uomini scelgono a favore della pace o contro la pace », così come scelgono o rifiutano « di rispettare, proteggere e promuovere la vita umana, dal seno materno sino al letto di morte ».
Il Dio della vita e della pace, che è Pace di tutti, ci chiama ad una scelta nuova e antica di civiltà che risponda al comandamento « Non uccidere! » e che promuova una vera cultura di solidarietà.
E´ possibile, con l´impegno di tutti, far crescere la fiducia nella vita e riscoprire le risorse della pace. Ed è possibile, con l´impegno di tutti, prevenire o rimuovere le difficoltà che inducono una madre a far violenza al proprio cuore ed alla propria creatura, o spingono alla disperazione del suicidio chi da solo non riesce più a trovare ragioni per vivere.
Questo comporta una responsabilità morale più ampia nel gestire la sessualità e l´amore, il matrimonio e la procreazione, ed anche la salute e la malattia, non a proprio piacere, ma nella fedeltà ai fondamentali valori e doveri della vita, senza i quali ci si illude di essere più liberi.
E´ amore della verità e dell´umanità, affermare che non è una conquista ridurre gli spazi dell´impegno morale. E a tutti, specialmente ai giovani della nuova generazione, si rivolge il nostro invito per una scelta di vera civiltà.
4. - Quale pace, se non salviamo ogni vita?
Salvezza non è appena il soccorso di emergenza nei casi disperati, ma quella pienezza di vita, che ci viene da Cristo Salvatore.
Cristo è il Dio fatto uomo. La sua venuta nel mondo fu, per la prima volta, avvertita ed annunziata da un bambino, Giovanni, nascosto nel grembo materno. E´ Cristo - come ci va ripetendo il Papa - « il perfetto modello dell´uomo » e, insieme, a la più grande risorsa dell´uomo », perché ci rende capaci di collaborare con Lui e fra noi per dare inizio, sviluppo, compimento alla nostra vocazione di uomini.
Nella fede in Cristo Salvatore trova conferma la certezza, condivisa da tanta parte dell´umanità, che la vita di ogni creatura umana ha il suo principio nell´amore eterno di Dio, il quale l´ha voluta nel tempo, per una destinazione di eternità.
Da Lui, Salvatore di tutti, deriva il comandamento e la speranza, cui si ispira la Giornata per la vita.
5. - Questa Giornata rinnova nella comunità ecclesiale la vocazione missionaria per una volontà permanente di servizio ad ogni vita e a tutta la vita.
Ha il suo centro nella preghiera, che dà solidità all´impegno ed alla speranza di moltiplicare nel mondo « gli operatori di pace che saranno chiamati figli di Dio » (Matteo 5, 9).
E´ annunzio gioioso che fa risuonare dentro ogni vita umana la Parola di Cristo, il quale proclama beati a quanti con semplicità e purezza di cuore accolgono il Vangelo.
La celebrazione della Giornata chiede continuità nel suscitare iniziative di accoglienza, volontariato per l´aiuto a chi è in difficoltà, presenze cristiane nelle istituzioni e nell’opinione pubblica.
Si tratta di una missione profetica, che, nonostante tutto, è attesa da quanti amano la vita. Ed è offerta alla partecipazione di tutti. Salvare ogni vita è per tutti più che una speranza, è garanzia di pace.
 
Roma, 11 novembre 1986
 
LA COMMISSIONE EPISCOPALE
PER IL LAICATO E LA FAMIGLIA

COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA FAMIGLIA E LA VITA