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Il senso e le finalità degli interventi dell'Episcopato in materia sociale e politica


Il Direttore dellŽUfficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Francesco Ceriotti, in seguito alla polemica sorta dopo la pubblicazione della « Nota » della Presidenza della C.E.I. del 9 maggio 1987 sul « Momento attuale della vita del Paese », ha inviato alla stampa le seguenti « Considerazioni ». Esse, con riferimento ai documenti del Magistero, illustrano il senso e le finalità degli interventi dellŽEpiscopato in materia politica.
 

CONSIDERAZIONI DELLŽUFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
 
I pronunciamenti dei Vescovi italiani in campo sociale e politico rappresentano una costante nella vita della Chiesa e del Paese, negli oltre quarantŽanni di esistenza della nostra Repubblica. Vogliamo ricordarne almeno due di maggiore respiro: « I cristiani e la vita pubblica », del 1968; « La Chiesa italiana e le prospettive del Paese », del 1981.
Le finalità perseguite in questi documenti possono ricondursi a due tematiche principali: contribuire alla salvaguardia e al rafforzamento delle istituzioni democratiche, favorendo così la concordia civile, nella giustizia, nella solidarietà e nella libertà; tutelare e promuovere alcuni fondamentali valori etici, sui quali si fonda lo stesso bene comune della società: tra essi la dignità inalienabile della persona umana, il rispetto della vita in ogni suo momento ed espressione, la pubblica moralità, la stabilità della famiglia, il pluralismo sociale e istituzionale, lo sviluppo dei popoli nella pace e nella libertà.
La legittimità, anzi la doverosità di questo esercizio del ministero episcopale risulta con tutta chiarezza anche dai documenti del Concilio. Basterà citare due testi particolarmente significativi. La Costituzione Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo afferma che « La Chiesa, fondata nellŽamore del Redentore, contribuisce ad estendere il raggio di azione della giustizia e dellŽamore allŽinterno di ciascuna nazione e tra tutte le nazioni. Predicando la verità evangelica e illuminando tutti i settori dellŽattività umana con la sua dottrina e con la testimonianza resa dai cristiani, rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini… Sempre e dovunque sia suo diritto predicare con vera libertà la fede e insegnare la sua dottrina sociale, esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini e dare il suo giudizio morale, anche su cose che riguardano lŽordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime » (GS, 76).
A sua volta la dichiarazione Dignitatis humanae sulla libertà religiosa precisa molto chiaramente: « La libertà religiosa comporta pure che alle comunità religiose non sia proibito di manifestare liberamente la virtù singolare della propria dottrina nellŽordinare la società e nel vivificare tutta lŽattività umana » (DH, 4).
Il magistero che il Santo Padre esplica nel mondo intero a sostegno dei diritti inalienabili degli uomini e dei popoli e i pronunciamenti in materia sociale degli Episcopati di moltissime nazioni sono lŽesercizio pratico di tale compito non rinunciabile.
In altro contesto, una non dissimile concezione di libertà, di autonomia e di rispetto reciproco tra Chiesa e Stato, ed anche di collaborazione per la promozione dei diritti dellŽuomo e del bene del Paese, si ritrova nella Costituzione italiana e nel recente Accordo di revisione del Concordato.
Non va inoltre dimenticato il carattere dei recenti interventi del Santo Padre e dellŽEpiscopato riguardanti la vita pubblica italiana. Nel suo discorso al Convegno Ecclesiale di Loreto, Giovanni Paolo II parlò della tendenza allŽimpegno unitario da parte dei cattolici « nella libera maturazione delle coscienze cristiane ». La recente Nota della Presidenza C.E.I. sul momento attuale della vita del Paese sostiene che questa tradizione di impegno unitario appare anche oggi « profondamente motivata ». In entrambi i casi lŽinsegnamento della Chiesa è rivolto alla libera adesione dei credenti e propone motivi e valori con i quali i credenti stessi, e in genere i cittadini, sono invitati a confrontarsi per maturare una propria scelta consapevole, nella realtà della situazione politica italiana.
Se dunque la parola della Chiesa ha avuto attenzione ed ascolto, ciò è dipeso dal fatto che le motivazioni e i valori proposti hanno trovato un riscontro nella coscienza della gente.
Questo, molto semplicemente, potrebbe essere un utile terreno di riflessione per le forze politiche, anche al fine di individuare con maggior chiarezza le connessioni che esistono tra la situazione politica ed economica e i valori a cui si ispira la vita di un popolo.
 
Roma, 22 luglio 1987
 
FRANCESCO CERIOTTI
Direttore dellŽUfficio Nazionale
per le Comunicazioni Sociali

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